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Friedrich Glauser (1896–1938)

Autore di Il sergente Studer

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Sull'Autore

Friedrich Glauser is a legendary figure in Continental crime writing. He was a morphine and opium addict much of his life and began writing Thumbprint while at the Waldau asylum
Fonte dell'immagine: www.ochsen-grub.ch

Serie

Opere di Friedrich Glauser

Il sergente Studer (2004) 254 copie
Il regno di Matto (2005) 220 copie
Il cinese (2007) 140 copie
Il grafico della febbre (1937) 129 copie
Krock & Co. (1937) 104 copie
Gourrama (1940) 58 copie
Morfina (1980) 19 copie
Oltre il muro (1991) 17 copie
Dada, Ascona e altri ricordi (1976) — Autore — 12 copie
Gesprongen glas (1992) 12 copie
La negromante di Endor (1999) 10 copie
König Zucker (1993) 8 copie
Briefe, Bd.2, 1935-1938 (1991) 5 copie
Der Chinese, Krimi-Comic (1988) 4 copie
Briefe, Bd.1, 1911-1935 (1988) 4 copie
Erzählungen (2012) 3 copie
Le Royaume de Matto (1999) 2 copie
Matto valitseb maailma (2010) 1 copia
3x strážmistr Studer (1992) 1 copia
Outsider (2008) 1 copia
Verhör (2014) 1 copia

Opere correlate

Den kriminelle novelle (1999) — Autore, alcune edizioni5 copie

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Recensioni

Questo romanzo “giallo” di Glauser è quello che amo di più e a parer mio il più esaustivo nell’elaborare quelle tematiche che tanto erano importanti per lui perché erano parte del suo vivere e sentire:
la società svizzera e la sua ipocrisia;
la critica alle istituzioni, ospedali psichiatrici, centri assistenziali, riformatori, (tutti da lui lungamente frequentati), il governo e i suoi rappresentanti;
la malattia mentale;
Essendo ambientato in un ospedale psichiatrico la critica si accentra su tale istituzione. Sui trattamenti irrispettosi della dignità umana praticati dal vecchio direttore dell’istituto, sulla mancanza di conoscenze e formazione di coloro che vi lavorano, sulle terapie applicate…
Nel romanzo spicca la figura del medico psichiatra Laduner, è lui che chiama Studer, l’investigatore, al fine di indagare sulla fuga di un paziente e sulla scomparsa del direttore dell’ospedale.
Laduner è della scuola moderna della psichiatria, pratica anche la psicanalisi con un giovane paziente, ha portato colori e libertà agli ammalati, esige il rispetto della dignità dei pazienti e della loro malattia.
Glauser con un anticipo sui tempi impressionanti, (ricordo che questo romanzo è stato scritto nel 1936! I primi psicofarmaci, la contenzione chimica, Largactil e Nozinam arriveranno quasi 20 anni dopo) tramite il personaggio Laduner veicola le sue opinioni rispetto alla:
“- schizofrenia…- mormorò Studer. – Cosa significa?
“… Significa spaccatura, scissione, - disse Laduner.-
Una questione geologica. Pensi a una montagna, tranquilla, compatta, si erge sulla pianura, respira le nuvole e prepara la pioggia, si copre d’erba e di alberi carichi di germogli.
Ed ecco un terremoto. Una crepa attraversa la montagna, si spalanca un abisso, è spaccata in due parti, non sembra più tranquilla, compatta, è orrenda; se ne vede l’interno, sì, l’interno si è rovesciato all’esterno…
Pensi a una catastrofe del genere nella mente… E come un geologo parla con precisione delle cause che hanno scisso una montagna, così noi parliamo con precisione dei meccanismi psichici che hanno scisso una mente. Ma noi siamo cauti, caro Studer, e quanto dico “noi” penso a quei pochi del nostro mestiere che non credono di poter risolvere l’enigma della psiche umana con qualche infelice mistione linguistica di greco e latino…”
(pg. 104-105 op.cit.).
Rispetto a coloro che lavorano con i matti e a quelli “fuori” quelli “normali”:
“- Ha riflettuto sul fatto che non si può avere a che fare troppo tempo coi matti restando illesi, Studer? Che il contatto è contagioso? A volte mi sono chiesto se non sia vero il contrario: che nei manicomi vanno a lavorare come medici, come infermieri solo quelli che hanno già una rotella fuori posto, per usare un’espressione popolare. Con la differenza che chi avverte l’impulso di entrare nel regno di Matto sa di avere in sé qualcosa che non va, a livello inconscio, io credo, eppure lo sa.
E’ una fuga… Gli altri, fuori, a volte sono quelli che hanno più rotelle fuori posto, ma non lo sanno, neppure a livello inconscio…”. (pg. 207-08 op.cit.).
Uno psichiatra “illuminato”, umano e rispettoso del malato e della malattia, chissà se Glauser ebbe la fortuna di incontrarne uno così nella realtà dei suoi giorni manicomiali?.
E il giallo si dipana, quasi in secondo piano, e pare solo come pretesto, necessario alle considerazioni di Glauser sul "Regno di Matto" ed i suoi abitanti..
… (altro)
 
Segnalato
Pandora59 | 5 altre recensioni | Nov 8, 2008 |
scheda di Tomasi, D., L'Indice 1988, n. 8

Riscritto in dieci giorni, dopo la perdita del manoscritto originale, appena in tempo per essere consegnato alla giuria di un premio letterario, "Il cinese" è un romanzo giallo che ha per protagonista il commissario Studer, personaggio caro a gran parte dell'opera di Glauser. A differenza del Maigret a cui spesso viene paragonato, Studer è molto meno personaggio, privo dei contorni e delle sfumature così seducenti proprie della creatura di Simenon. Nel contempo non appare essere neanche una mera funzione narrativa col semplice compito di dipanare un'imbrogliata trama gialla. Studer è piuttosto un osservatore disilluso che sembra indagare solo perché questo è il suo dovere. Ma è proprio in questo suo carattere di quasi semplice spettatore che si nasconde la forza del personaggio e dei romanzi di cui è parte. Ciò è evidente in quest'opera, dove quel che più conta è proprio la capacità di descrivere determinati ambienti, di saperne rendere fino in fondo le impalpabili atmosfere. Bene lo stesso Glauser ha definito questo suo libro come la "storia di tre atmosfere" quelle di una locanda di paese, di un ospizio per poveri, di una scuola di giardinaggio.… (altro)
 
Segnalato
MareMagnum | 2 altre recensioni | Mar 11, 2006 |
recensione di Pallotta, P., L'Indice 1994, n.10

Alla casa editrice Sellerio va ascritto il merito di aver fatto conoscere ai lettori italiani Friedrich Glauser, pubblicando dapprima un eccellente romanzo poliziesco, "Il grafico della febbre" (nel 1984), al quale fecero seguito, con ritmo serrato, altre cinque 'detective stories', da "Il tè delle vecchie signore" a "Il regno di Matto": a questi romanzi hanno fatto seguito la traduzione di "Gourrama" e quella di "Oltre il muro", una raccolta di racconti pubblicati dall'autore, in forma sparsa, su riviste, dal 1916 al 1938: due opere che esulano dal genere poliziesco.
Glauser, svizzero tedesco, ebbe un'esistenza da 'maudit', tra vagabondaggi, carcere, soggiorni in ospedale e manicomi, tentativi di suicidio, uso della droga e arruolamento nella Legione straniera. Fu, insomma, un vero disadattato sociale, e tutta la sua produzione narrativa ha un contenuto autobiografico ed è, sostanzialmente, la rielaborazione della sua parabola esistenziale di outsider estremo. La limpida concretezza della scrittura, il realismo lucido e robusto, privo di enfasi e pervaso da un sottile e inquietante senso del mistero e da una pacata ironia, la profonda sensibilità per l'umanità dei personaggi, nonché la capacità di cogliere gli aspetti più nascosti e sgradevoli del suo tempo, contribuiscono a fare di questo narratore una delle voci più sincere e importanti dell'Europa sperduta fra le due guerre. Glauser ha della realtà una percezione intimamente tragica, caratterizzata da uno stoicismo disincantato: vi è in essa il tema costante dell'uomo-cavia, il quale sembra soggiacere alla legge imperscrutabile di una 'tyche' che è fuori del progetto umano. I suoi personaggi sono quasi sempre degli emarginati, dei fuoriusciti dalle normali categorie sociali, costretti a lottare per sopravvivere.
Nei racconti polizieschi, il personaggio chiave è il sergente Studer: una figura di grande umanità e di forte rilievo psicologico, nella quale non vengono mai meno l'autocontrollo e il buonsenso e in cui sono prevalenti la volontà e la capacità di "capire" gli uomini: come Maigret, è un poliziotto dell'intuito più che della 'ratio'. Lo stesso Glauser ha detto di lui che non è un "cartesiano", cioè un virtuoso della razionalità, quanto piuttosto un "bergsoniano". Ed è tramite le sue indagini che lo scrittore riesce a darci una rappresentazione lucida e articolata della realtà umana e di confrontarsi con gli ambienti sociali più diversi. "Gourrama" segna il distacco di Glauser dal filone poliziesco: si tratta di un'opera nella quale l'autore ha riversato le esperienze vissute nella Legione straniera, precisamente a Gourrama, una città nordafricana, presso la quale era accampata la II compagnia 'montée' della Legione. A Glauser peraltro non interessa descrivere operazioni militari o affrontare i problemi politici del momento: il romanzo si risolve nella rappresentazione di "episodi" in sé conclusi e che tuttavia si legano compiutamente fra loro, rivelandosi come una partitura lineare e unitaria. Più dei "fatti" contano la caratterizzazione psicologica dei personaggi e l'atmosfera tutta particolare che vi è evocata. Gourrama è un luogo di sofferenza, talora disumana, e di solitudine interiore, in cui tutti risultano segnati dal marchio dell'anormalità, prigionieri delle miserie del proprio passato e del proprio presente. I personaggi sono sottoposti a prove di "resistenza", che immancabilmente conducono al cedimento: uomini-cavia, appunto; e Gourrama è un luogo nel quale pare perdersi ogni possibilità di riscatto. Quasi tutti scontano la colpa di essersi ribellati alla "normalità" della vita.
"Oltre il muro" raccoglie tredici racconti, suddivisi in otto "gruppi" di due episodi ciascuno (a eccezione del terzo), i quali, pur nella diversità della composizione narrativa, rivelano una compattezza sostanziale estrema e sono costruiti con artigiana, rigorosa sapienza letteraria. Anche in questi racconti i temi privilegiati da Glauser sono quelli dei rapporti umani e dei "momenti" decisivi dell'esistenza. La raccolta si configura come un vero e proprio "polittico", in cui lo scrittore ha trasfigurato un tratto della sua vita; e anche qui la dimensione esistenziale dei personaggi ne è la caratteristica principale. A Glauser preme raccontare l'esistenza-limite degli uomini, la loro dispersione, cogliendo la situazione coscienziale di ciascuno, che è quella della frattura irrimediabile fra l'io e il mondo. Sia che ci parli dei difficili rapporti tra padri e figli (ne "L'incrinatura del vetro" e "Il piccolo"), della loro incapacità a comunicare - rapporti destinati a spezzarsi per sempre o a concludersi tragicamente -; sia che narri il fallimento di un professore di latino (nel "Pensatore"), il quale si illude di comporre un'opera rivoluzionaria "in grado di creare una nuova forma di pensiero", ma che risulta poi arida e grossolana, avulsa dalla realtà; sia che ci faccia entrare nella coscienza di un piccolo borghese, amante dell'ordine e delle apparenze, e che, pur di non perdere la moglie, ne asseconda l'adulterio (in "Confessione nella notte"); o che ci descriva la condizione tragica dei legionari, come ne "Il piccolo Schneider" e "Assassinio"; oppure racconti le esperienze angosciose di un giovane recluso (ne "L'incontro"); o descriva con accenti ora grotteschi ora impietosi, le vicende che scandiscono le giornate dei degenti e dei medici di un ospedale, o ancora delinei l'autobiografia di un uomo che si è ribellato alla "normalità" della vita (in "Nausicaa") e che, dopo svariate vicissitudini, si trova alla fine solo con sé stesso e il proprio passato; sempre le pagine di "Oltre il muro", che sono tra le più belle scritte da Glauser, ci parlano della "società reclusoria", della solitudine, dello scacco esistenziale.
… (altro)
 
Segnalato
MareMagnum | Mar 11, 2006 |
L'opinione di Friedrich Glauser sul romanzo poliziesco era di un " mezzo per diffondere idee ragionevoli". Quali siano nel "Regno di Matto" le idee ragionevoli pare meno sfumato, meno consegnato a un'atmosfera generale, che in altri racconti dello scrittore svizzero. Forse per il premere dei ricordi personali (Glauser fu internato in manicomio, ebbe esperienza di riformatori, conobbe il tormento di un padre burocrate e tiranno), forse per l'assedio, in quegli anni, della follia collettiva (nel '43 questo romanzo fu censurato di ogni riferimento a Hitler e il nazismo), di tali idee ne sono esplicite alcune: la pazzia come condizione più complessa della mera anormalità e amoralità, la psicoanalisi come terapia in sé inquietante e eversiva, la convinzione di una follia di massa accanto a quella individuale. E sono idee la cui ragione è oggi più o meno diffusa, diversamente che ai tempi di Glauser. Ma il mezzo per diffonderle, questo racconto, è audace e enigmatico già nella scelta dell'intreccio, non ortodossa nel campo del racconto poliziesco. Il sergente Studer indaga su delitti avvenuti nel regno di Matto, dove cioè per assioma giuridico vige l'incapacità d'intendere e volere, cause e moventi sono ridotti a questa incapacità e il mistero è apparentemente assorbito: "dove cessa il regno di Matto, Studer?".

Friedrich Glauser, scrittore austriaco (Wien 1896-Nervi, Genova, 1938). Ebbe una vita turbolenta, passando tre anni in riformatorio dopo altrettanti anni di ginnasio a Vienna. Si iscrisse poi a un collegio di Ginevra per finire gli studi, ma venne espulso. Si diplomò a Zurigo, fuggì da casa e dal 1921 al 1923
militò nella Legione Straniera. Come morfinomane venne più volte arrestato e internato. Prosatore ispirato al Maigret di G. Simenon, la sua produzione principale si lega alla figura del Wachtmeister Studer(1936; Il sergente Studer), presente anche nei successivi romanzi, la maggior parte dei quali postuma: Matto regiert (1936; Il regno di Matto), Die Fieberkurve(1938; Il
grafico della febbre), Der Chinese(1939; Il cinese), Krock ) Co(1941). Un'opera che si distanzia un po' dalle altre, pur mantenendo le stesse caratteristiche di mistero e indagine, è Der Tee der drei alten Damen(1940; Il tè delle tre vecchie signore), dove a elementi presi dal mondo del paranormale si mescolano cenni autobiografici, quale l'ambientazione ginevrina e il morfinismo di uno dei personaggi. Nel 1976 è uscito il libro di ricordi Dada, Ascona, cui ha fatto seguito nel 1980 l'autobiografia Morphium(Morfina).
… (altro)
 
Segnalato
MareMagnum | 5 altre recensioni | Mar 10, 2006 |

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