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55+ opere 147 membri 7 recensioni

Sull'Autore

Serie

Opere di Franco Forte

Tutti i denti del mostro sono perfetti (1997) — Collaboratore — 28 copie
La compagnia della morte (2009) 12 copie
Il segno dell'untore (2012) 9 copie
I bastioni del coraggio (2010) 7 copie
Romolo. Il primo re (2020) 4 copie
Anno Domini (2014) 3 copie
Chew-9 (2013) 2 copie
Romolo: Il primo re (2021) 1 copia
Strani mondi 1 copia
Distòpia 1 copia
Děvčátko a nacista (2021) 1 copia
Caesar 1 copia
Cesare l'immortale (2016) 1 copia
China killer (2000) 1 copia
La guerra coi Rems (2013) 1 copia
Sole giaguaro (2013) 1 copia
Sentenza Capitale (2014) 1 copia

Opere correlate

Aidoru (1996) — Collaboratore, alcune edizioni5,860 copie
Anime nere Reloaded (2008) — Collaboratore — 4 copie

Etichette

Informazioni generali

Nome canonico
Forte, Franco
Data di nascita
1962/08/01
Sesso
male
Nazionalità
Italia
Luogo di nascita
Milano, Italia

Utenti

Recensioni

Nel complesso è una buona raccolta, naturalmente, quando gli autori sono diversi, ci sono degli alti e bassi.
L'impressione è positiva nel dare l'idea di un mondo "dall'antichità all'Ottocento" pervaso da un unico elemento comune: homo hominis lupus.

REGINA VIARUM (***)

Regina Viarum, ossia la Via Appia.

LODE AL MAGNIFICO (****)

COMETA DI SANGUE (***)

L'AUREA REGOLA DELLA MORTE (***)
Leonardo da Vinci e Niccolò Machiavelli.

FIGLIO DI CORTIGIANA, ANIMO DI RE (****)
Su Pietro l'Aretino

LA CORTE DELLA SETA (**)
Non ho capito...
Probabilmente era un racconto più lungo e magari scritto bene, ma l'autrice è stata costretta a ridurlo perdendo in chiarezza.

IL TEATRO DELLE STREGHE (****)

MAGDEBURG LA FORTEZZA (***)
Con uno stile immaginifico, ma che non conduce a nulla.

"Cavaliere al galoppo.
Lanciato tra neve e vento e strage.
Su strade di pietra e vuoto e spettri."
(pagina 342)

UN GIOIELLO PER SIGNORI (***)
… (altro)
 
Segnalato
NewLibrary78 | 1 altra recensione | Dec 11, 2023 |
Romanzo ambientato nella Sicilia del 1934, questo libro, scritto a quattro mani da Franco Forte e Vincenzo Vizzini, è composto da capitoli alternati tra i due protagonisti, il commissario siculo Vincenzo Ibla e il funzionario milanesi dei servizi segreti Franco Durante, con alcune incursioni del "signor Smith". Di Mussolini ce n'è poco, e di uranio ancora di meno, nonostante quanto appaia nelle prime pagine: la storia è un giallo, che parte dall'omicidio di un miliziano fascista e si snoda tra mille tracce, compreso il futuro aeroporto di Comiso che rimane sullo sfondo della storia.
Secondo me ci sono troppe sottotrame che alla fine non rimangono spiegate, anche se ho il sospetto che il libro sia pensato come primo volume di una saga; e io che non leggo Camilleri ho dovuto ricorrere spesso a una ricerca in rete per le espressioni in siciliano che sono molto comuni. Detto questo, devo dire che il racconto mi è piaciuto parecchio.
… (altro)
 
Segnalato
.mau. | Sep 29, 2021 |
Alla fine, sono i nomi ‘pesanti’ che minano un po’ l’omogeneità di questa raccolta di racconti, uscita con ‘Il giallo Mondadori’, che narrano di delitti e relative indagini attraverso i secoli (con una certa concentrazione tra Trecento e Seicento, periodo di tempo in cui sono ambientate sei delle nove storie). ‘Magdeburg. La fortezza’ di Altieri rielabora la morte di Wallenstein nel fosco universo della trilogia ambientata nella Guerra dei Trent’anni ed è l’unico che si svolge fuori dalla penisola italiana: le atmosfere angoscianti e sanguinolente rendono assai efficace il breve spin-off, grazie anche al solito linguaggio secco e tagliente (oltre che un po’ ansiogeno), ma non si può dire che si tratti di un giallo. Lo stesso si può sostenere riguardo a ‘Regina viarum’ di Manfredi che, ambientato nell’epoca degli Scipioni, apre il libro che è ordinato cronologicamente: il racconto delle insidie che può nascondere un trasporto all’apparenza innocuo lungo la via Appia sta a metà strada tra il thriller di spionaggio e quello politico e forse avrebbe trovato collocazione più logica su ‘Segretissimo’. Il risultato è discreto, ma si fa preferire la Pompei popolata di mediocri figure in cui un acciaccato ex-gladiatore risolve il mistero riguardo alla morte di un facoltoso patrizio dimostrando di saper usare il cervello con la stessa abilità con cui prima usava il gladio (‘Lode al magnifico’ di Danila Comastri Montanari). Trattandosi di giallo, mon potevano mancare Holmes e Watson ed è davvero brillante il modo in cui Giulio Leoni li rimette in scena ne ‘L’aurea regola della morte’ travestiti da Leonardo Da Vinci e Machiavelli: quello che pare un cadavere qualsiasi usato per un esperimento è invece la chiave per far luce su una sorta di spionaggio industriale. Si tratta dell’episodio più intrigante del lotto in compagnia di ‘Figlio di cortigiana, animo di re’ in cui Carlo Martigli sceglie come protagonista un Pietro Aretino che esce con stile da un’insidiosa avventura tra i complotti ecclesiastici dello stato pontificio (sempre che quello che racconta sia vero…). Alfredo Colitto e Scilla Bonfiglioli ambientano entrambi le loro storie a Bologna: ‘Cometa di sangue’ del primo sbroglia uns serie di delitti legati all’esoterismo mentre la popolazione è agitata dal passaggio dell’astro (la situazione chiave che apre le porte alla soluzione è però un po’ forzata) mentre la seconda, con ‘La corte della seta’, costruisce una storia che lega la città sopra con quella sotto terra mentre il Giambologna progetta la sua fontana. Il racconto cresce col passare delle pagine ed è il migliore dei tre affidati agli scrittori meno conosciuti: in ogni caso, benché inferiori i lavori di Fabio Ancarani (‘Il teatro delle streghe’, un delitto nella stanza chiusa dentro al castello di Novi Ligure che ha legami con il processo delle streghe di Triora) e di Lorenzo Fontana (‘Un gioiello per signori’ in cui un’affascinante prostituta viene uccisa nella Firenze ottocentesca), sono comunque assai godibili patendo solo delle conclusioni non all’altezza. Nel complesso , il volume si rivela una lettura veloce e divertente ma mai banale che unisce delle buone ricostruzioni d’epoca a piccoli misteri che, come da assunto iniziale del curatore Franco Forte, con poche differenze potrebbero essere ambientati in ogni periodo storico.… (altro)
 
Segnalato
catcarlo | 1 altra recensione | Dec 17, 2014 |
Quando venni contattata tramite e-mail dal signor Franco Forte non potevo mai credere ai miei occhi: mi si chiedeva se fossi stata disposta a pubblicizzare sul mio blog il suo ultimo libro e se mi facesse piacere leggerlo…
Bé, non c’ho pensato più di mezzo secondo e così, a distanza di una settimana da quella e-mail, eccomi qui a recensire un libro davvero degno di nota…

“Il Segno dell’Untore” narra la prima avventura del Notaio Criminale Niccolò Taverna… un uomo dotato di grande intuito che si muove nella Milano della seconda metà del sedicesimo secolo “flagellata” dal morbo della peste.
Un grande dolore si cela nel cuore di Niccolò: l’amatissima moglie, Anita, sta perdendo la sua battaglia contro la peste… consumata da essa sia nel corpo che nella mente.
Ma Niccolò non può permettersi il lusso di piangere la moglie… dei casi necessitano della sua presenza: il furto di un candelabro dal Duomo e l’assassinio di un esponente della Santa Inquisizione, Bernardino da Savona il commissario inquisitoriale.
Due casi all’apparenza sconnessi tra loro che però, man mano che Niccolò indaga, affiancato dai suoi fidati e leali aiutanti, Tadino e Rinaldo, capisce quando in realtà siano fortemente legati… «a volte le cose più ovvie sono proprio le più difficili da immaginare».
Cosa c’entra il furto di un candelabro di poco valore con la morte di una figura di spicco come Bernardino da Savona?
E ancora… cosa ci faceva quest’ultimo in una casa dove i segni degli untori erano ancora freschi?
Che nesso potrebbe mai avere un commissario inquisitoriale con un appestato?
Domande su domande, che non fanno altro che aumentare i dubbi del nostro notaio criminale, ma che con una giusta indagine, con mezzi spesso all’avanguardia per quel periodo, ma soprattutto con una forte tenacia riuscirà a dissipare le nebbie del dubbio e a mettere a posto tutte le tessere di quell’intricato caso.
E sarà indagando proprio sulla morte di Bernardino da Savona che farà la sua conoscenza con una bellissima ragazza, Isabella Landolfi, importante testimone del caso.
Niccolò ne rimarrà talmente affascinato tanto di innamorarsi di lei… ma il senso di colpa per la perdita della moglie sarà un ostacolo per il suo cuore… così tenterà di resistere in tutti i modi all’attrazione che prova per Isabella, attrazione talaltro ricambiata.

Tra inganni, intrighi e cospirazioni politiche, Franco Forte dà avvio alla prima indagine del notaio criminale Niccolò Taverna… un libro dove la storia si intreccia con il giallo… dove la “macchina” del ricatto è sempre in atto… dove una mente acuta e dotata di un forte spirito di osservazione è pronta a dare uno scacco anche al criminale più incallito.

Che dire… davvero un gran bel libro.
Quello che più mi ha colpito è stata la precisione con cui sono stati narrati gli eventi… frutto di un’approfondita ricerca.
Come dice lo stesso Franco Forte in un’intervista:
.
Ed è proprio vero: e come se il lettore vivesse in prima persona quell’atmosfera… “opprimente” per il terrore di un possibile contagio e di “terrore” per la paura di essere trascinanti su un patibolo o peggio… di essere bruciati vivi in uno dei tanti fopponi che si potevano trovare sparsi per la città.
Ma allo stesso tempo, il lettore avverte anche un senso di “rivalsa”: la popolazione in un modo o nell’altro doveva reagire e andare avanti e quale modo migliore se non quello di rifugiarsi nella sicurezza della quotidianità… da qui il continuare a lavorare, l’allestire i banchi del marcato ed altre piccole cose, che permettevano a quei pochi scampati alla peste di ancorarsi a quel poco di sanità mentale che gli restava.
Ne “Il Segno dell’Untore” l’elemento descrittivo è predominante ma non stancante.
Credetemi quando vi dico che il lettore si perde totalmente nel “fascino della descrizione” cadendo appieno nel fulcro della storia.
L’elemento descrittivo è giusto che ci sia, soprattutto se si prende atto che il protagonista è un Notaio Criminale… un uomo che fa delle minuzie il suo mestiere, un uomo che si affida molto all’osservazione e quindi all’atto descrittivo.


Amerigo Taverna, padre di Niccolò.

Da parte mia vi invito a leggerlo… ne varrà la pena.
Libro…
CONSIGLIATO!!!
… (altro)
 
Segnalato
blake16 | Jan 21, 2012 |

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