Barbara Demick

Un bel libro sulla Corea del Nord, scritto da una giornalista americana, ex corrispondente in Corea del Sud, basandosi su anni di conversazioni con profughi nordcoreani scappati dalla dittatura. Il risultato è un saggio narrativo, che descrive la vita di sei persone durante gli anni duri del declino economico della Corea del Nord, iniziato a metà degli anni Ottanta e contrassegnato da una gravissima carestia e dalla carenza di energia. Le storie narrate sono tremende: persone morte di fame, privazioni per noi inimmaginabili, un clima di sfiducia e terrore paralizzante; due dei protagonisti sono stati fidanzati segretamente per anni, ma quando lei decide di fuggire non gli dice nulla, nonostante il legame che li unisce, per paura che sia proprio lui a denunciarla. La Corea del Nord è uno dei regimi totalitari più repressivi del mondo, dove sono offerte ricompense agli informatori, si viene condannati ai lavori forzati per un commento incauto, i gesti di affetto in pubblico sono severamente puniti ed è obbligatorio esporre in casa il ritratto del dittatore. Questo libro è un viaggio all' interno di questo paese attraverso la voce di chiè¨ riuscito a mettersi in salvo. L'autrice è stata finalista al Pulitzer ed ha vinto diversi premi: stile di scrittura lucido, da reportage, ma allo stesso tempo empatico che fa rivivere l' incubo immaginato da George Orwell in 1984.… (altro)