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Comprende il nome: Helga Deen

Fonte dell'immagine: Wikipedia, Helga Deen

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Informazioni generali

Nome canonico
Deen, Helga
Data di nascita
1925-04-06
Data di morte
1943-07-16
Sesso
female
Nazionalità
Germany
Luogo di nascita
Stettin, Germany
Luogo di morte
Sobibor, Poland
Luogo di residenza
Camp Vught
Attività lavorative
diarist
Breve biografia
Helga Deen was born to Dutch and German Jewish parents in Stettin, Germany. Her father moved back to The Netherlands as Nazi persecution during World War II increased. Helga's mother was sent to the concentration camp at Vught, where she worked for a time as a doctor. Helga kept a diary that was intended for her boyfriend, Kees van den Berg, who kept it hidden after the war. Following his death, his son presented the diary in 2004 to archivists in Tilburg. After Helga Deen's last diary entry in early July 1943, she was deported to Sobibór extermination camp and murdered. She was 18 years old. The diary was published in 2007 as Wenn mein Wille stirbt, sterbe ich auch: Tagebuch und Briefe.

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"Amore, finora tutto va mlto meglio del previsto." E il 1° giugno 1943, Helga Deen, giovane ebrea olandese appena deportata al campo di raccolta di Vught, comincia ad annotare le impressioni sulla vita di prigionia, nel suo diario e nelle lettere al suo ragazzo Kees van den Berg. Non sa che pochi giorni la separano dalla morte, che presto un nuovo convoglio condurrà lei e la sua famiglia a Westerbork e poi a Sobibor, dove li attende la camera a gas. Ma sa di essere protagonista di una tragedia e ripone nell'inseparabile quaderno le sue speranze di diciottenne determinata a non rinunciare alla vita, a scrivere per non lasciarsi annullare: anche lei vedrà bambini stipati nei vagoni in arrivo, pratiche umilianti, esecuzioni di massa e l'abiezione degli animi avviliti; ma giorno per giorno annoterà sensazioni e sentimenti, ricordi e aspettative, in cerca di un senso. Helga e Kees non si sarebbero mai rivisti. Al giovane non sarebbe rimasto di lei che il diario, miracolosamente passato oltre le mura del campo di Vught, una ciocca di capelli, qualche lettera inviata dalla prigionia e l'amarezza di vedersi rispedire al mittente le ultime parole d'amore. "Pare che qui ci si dimentichi tutto", dice Helga, ma la sua scrittura sfida all'oblio. (fonte: Mondadori)… (altro)
 
Segnalato
MemorialeSardoShoah | 2 altre recensioni | May 18, 2020 |

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