Charles D'Ambrosio

"Era ancora presto, ma il sole stava calando sulla valle, il profilo bruno delle colline tratteneva un'aureola di luce splendente, un vistoso filo d'oroche ne disegnava il contorno, e cominciarono ad arrivare distintamente una serie di suoni - lo stridio delle gomme delle macchine, un tintinnare di chiavi, l'abbaiare di un cane - suoni così normali e vicini che sembravano avere origine non nella stanza e nemmeno nel mondo esterno, ma nella memoria."
D'ambrosio ha l'immensa capacità di rendere straordinario il banale, il quotidiano così famigliare, e normalizzare lo straordinario.
Scorrono le parole e fanno scaturire immagini, visioni, sensazioni, sentimenti, pensieri.
L'ho iniziato ieri, finito oggi. Non si riesce a staccarsene perché sono racconti, ma non solo: sono poesie di vita. Nelle grandi e nelle piccole faccende di ogni vita. Anche la nostra.
Da leggere senza se e senza ma.… (altro)

"Il contrario dell'amore é la disperazione."

Protagoniste dei racconti di D'Ambrosio sono le vite dolenti, incompiute, fallite, mancanti di una più parti vitali dei protagonisti (un bambino, una coppia che ha appena comprato una casa, una coppia di tossici che vivono d'espedienti, un giovane ereditiero alla morte del nonno, il marito di una do ... (continua)

Protagoniste dei racconti di D'Ambrosio sono le vite dolenti, incompiute, fallite, mancanti di una più parti vitali dei protagonisti (un bambino, una coppia che ha appena comprato una casa, una coppia di tossici che vivono d'espedienti, un giovane ereditiero alla morte del nonno, il marito di una donna stuprata da giovane e che da allora non ha mai avuto un orgasmo, lo sceneggiatore con disturbi mentali...)
I personaggi sono fissati in un presente fatto di piccoli o grandi avvenimenti (la visita di parenti, un ricovero in ospedale psichiatrico, in viaggio...) che rimandano alle sofferenze destate dai vuoti delle loro vite. C'é una ricerca di senso ma più che altro ci viene raccontata una rassegnata accettazione dell'impossibilità di un cambiamento.
La prosa di D'Ambrosio é semplice e limpida, quieta vien da definirla, ma come dei ciottoli gettati nella tranquilla superficie di un lago, i racconti fanno nascere dentro di noi increspature di senso che si allargano sempre di più.
Ho chiuso la lettura provando quel senso di perdita e di vaga nostalgia che si vive quando un libro ha la capacità di produrre echi e risonanze dentro di noi che ci portano lontano e in profondità. Cosa rara, purtroppo.
Ah il titolo. Il museo dei pesci morti. Che strano titolo mi son detta.
A pag. 184 si scopre l'arcano.… (altro)