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Varlam Shalamov (1907–1982)

Autore di I racconti di Kolyma

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Opere di Varlam Shalamov

I racconti di Kolyma (1978) 1,063 copie
Kolyma Stories (2018) 174 copie
Graphite (1981) 25 copie
Visera: antiromanzo (2000) 19 copie
Mes bibliothèques (2003) 14 copie
Künstler der Schaufel (1971) 10 copie
I racconti di Kolyma (1987) 5 copie
Über die Kolyma (2018) 4 copie
Tout ou rien (1993) 4 copie
I libri della mia vita (1994) 4 copie
Kolõma jutud (2019) 4 copie
Les Années vingt (1997) 3 copie
Über Prosa (2009) 3 copie
Kolıma Öyküleri (2019) 2 copie
Condensed Milk (2014) 2 copie
Kolyman kertomuksia (1991) 2 copie
Krhotine dvadesetih (1988) 2 copie
Mistr lopaty (2015) 1 copia
Četvrta Vologda (1987) 1 copia
Kolyma 1 copia
Kolimai történetek (2022) 1 copia
Preodolenie zla (2006) 1 copia
Izbrannoe (2002) 1 copia
CONTOS DE KOLIMÁ (1990) 1 copia
Article 58 (1969) 1 copia
Кн. 2 (1992) 1 copia
Shock Therapy 1 copia
Vospominaniya (2003) 1 copia

Opere correlate

Russian Short Stories from Pushkin to Buida (2005) — Collaboratore — 223 copie
The Penguin book of Russian poetry (2015) — Collaboratore — 92 copie
Guns of Darkness (1987) — Collaboratore — 88 copie
Ice Floe : New and Selected Poems (2010) — Collaboratore — 4 copie
Russland das große Lesebuch (2017) — Collaboratore — 3 copie

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Incipit:
"Come si apre una strada nella neve vergine? Un uomo marcia in testa e bestemmiando, muovendo a stento i piedi, continuando a sprofondare nella neve molle, alta, va aventi, sempre più lontano, lasciando sul suo cammino buche nere e irregolari. Stanco, si stende sulla neve, si accende una sigaretta, e il fumo della machorka si spande in una piccola nuvola azzurra sopra la neve bianca, scintillante. Lui è già ripartito e la nuvoletta resta sospesa là dove si era fermato a riposare: l'aria è quasi immobile. Vengono sempre scelte delle giornate serene per aprire una strada, perché il vento on cancelli il lavoro umano. L'uomo trova da solo i punti di riferimento nell'infinità nevosa - una roccia, un albero alto - e guida il proprio corpo sulla neve come il timoniere guida la barca lungo un fiume, da un capo all'altro."

La testimonianza del gulag, nella Kolyma, è un libro di dura di sofferenza. Si prova quasi freddo leggendolo, quando ci si immerge nei racconti della prigionia in un ambiente durissimo. Freddo e fame. Il pane non viene masticato, ma succhiato lentamente. La solidarietà tra detenuti è rara, ognuno lotta per la propria sopravvivenza, giorno per giorno, guardandosi dai furti e cercando di trovare il proprio modo di resistere. Nemici sono le guardie, i capisquadra, i prigionieri comuni che godono di alcuni privilegi e sono più rispettati dei prigionieri politici. Le pene, le condanne sembrano piovere come eventi naturali, senza motivo e, come eventi naturali, si accettano fatalisticamente. Nei racconti, infatti, non emerge odio, ribellione, ma piuttosto un senso di rassegnazione al destino che è capitato. Inutile ribellarsi, inutili i tentativi di fuga. Solo la fortuna, per qualche incontro provvidenziale, la capacità di resistere al freddo, alla fame e alle malattie possono lasciare qualche possibilità di salvezza.
… (altro)
 
Segnalato
ren47 | 22 altre recensioni | Feb 22, 2015 |

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