Immagine dell'autore.

Guido Ceronetti (1927–2018)

Autore di Il silenzio del corpo: materiali per studio di medicina

70+ opere 501 membri 11 recensioni

Sull'Autore

Comprende i nomi: Guido Ceronetti, Guido Ceronetti

Opere di Guido Ceronetti

Qohelet o l'Ecclesiaste (1970) — A cura di, alcune edizioni34 copie
Pensieri del tè (1987) 23 copie
Il libro di Giobbe (1997) 18 copie
L'occhiale malinconico (1988) 17 copie
La lanterna del filosofo (2005) 15 copie
Albergo Italia (1985) 13 copie
Aquilegia (1988) 13 copie
Cara incertezza (1997) 12 copie
Messia (2017) 11 copie
I Salmi (1985) 11 copie
La carta è stanca (2000) 10 copie
Trafitture di tenerezza (2008) 8 copie
La vita apparente (2020) 7 copie
L'occhio del barbagianni (2014) 6 copie
Tra pensieri (1994) 6 copie
In un amore felice (2011) 6 copie
Briciole di colonna (1987) 5 copie
Tragico tascabile (2015) 5 copie
Lo scrittore inesistente (1999) 2 copie
Regie immaginarie (2018) 2 copie
Drzewa bez Bogów (1995) 1 copia
Poemi del Gineceo (2012) 1 copia

Opere correlate

Carmina (0060) — Traduttore, alcune edizioni2,892 copie
Epigrammi (0103) — Traduttore, alcune edizioni564 copie
Dagli ebrei la salvezza (1892) — Postfazione, alcune edizioni39 copie
Il libro del profeta Isaia — Traduttore, alcune edizioni2 copie
Il Cantico dei cantici — A cura di, alcune edizioni2 copie

Etichette

Informazioni generali

Utenti

Recensioni

Un libro che potrebbe sembrare semplicemente una raccolta di poesie selezionate dall'autore. Un libro che, man mano che lo si sfoglia, penetra nella mente fino a farla sanguinare. Un libro che deve rimanere nella storia.
 
Segnalato
Anshin | Dec 31, 2023 |
Ho iniziato a leggere questa raccolta di racconti grotteschi e surreali (come da quarta di copertina) con un certo entusiasmo: prometteva un occhio critico sulla nostra quotidianità e mi pareva piuttosto promettente.

In parte è stato così: alcuni racconti sono efficaci in maniera fulminante, come Il Golosone, Negozi aperti, Le bellezze del Louvre; altri, invece, mi hanno lasciato indifferente, come Cani e uomini, dove si racconta che i cani tratterebbero meglio gli esseri umani se i loro ruoli fossero scambiati. Non sono mai riuscita a convincermene. Oppure Tartaruga con peli e serpente con zampe per conoscenza del fiore, che non ha parole di stima per i nostri ricercatori. Ho qualche difficoltà con chi si scaglia aprioristicamente contro la ricerca scientifica.

È un libro che consiglio a chi non si sente a suo agio in questo mondo contemporaneo e non si fa scrupoli di biasimarne ogni aspetto. Tutti gli altri lo troveranno una lettura abbastanza piacevole.
… (altro)
 
Segnalato
lasiepedimore | 1 altra recensione | Sep 12, 2023 |
Poeta, scrittore, filosofo Ceronetti ci regala questo minuscolo libro dai toni come sempre provocatori. La sua è una polemica penetrante e acuminata contro la tecnologia. Siamo vittime, spesso inconsapevoli, della "E-Memoria", responsabile dell' impoverimento della comunicazione verbale e scritta.
«la technology che stalinifica il pensiero» dice Ceronetti e lo fa attraverso i messaggi usa e getta, il linguaggio global, facebook.
«La memoria va pensata come un monumentum aere perennius che ha rischi immanenti di amputazioni, come la Nike Samotrakis» è il suo monito.… (altro)
 
Segnalato
cometahalley | 1 altra recensione | Jan 4, 2017 |
L'epistolario di un autore si legge anche, credo, per soddisfare curiosità più o meno confessabili intorno alla sua vita privata, ai suoi giudizi non filtrati su eventi e persone, a tutto ciò che nelle opere «formali» non appare o è troppo mediato. Le lettere di Guido Ceronetti e Sergio Quinzio deludono un poco da questo punto di vista: a parte un elenco di passaggi da un quotidiano all'altro (da parte di Quinzio), di traslochi progettati ma raramente eseguiti (da parte di Ceronetti) e di malanni fisici (da parte di entrambi), poco vi appare: gli eventi del mondo esterno praticamente non compaiono (nulla persino sul sequestro Moro!), mentre i giudizi troppo pesanti sui viventi sono stati quasi tutti espurgati.
L'epistolario è invece prezioso per chiarire meglio somiglianze e differenze del pensiero dei due autori: all'orrore per il mondo che li accomuna, Quinzio risponde con la sola speranza nell'intervento apocalittico di Dio, mentre per Ceronetti una salvezza possibile viene dall'arte, dalla conoscenza e in parte dall'etica. La fede di Quinzio è assurda, come lui stesso a tratti sembra ammettere: come può un Dio impotente quale è quello in cui crede – impotente perché di fronte al male intollerabile del mondo ha lasciato passare i secoli e i millenni – irrompere a un tratto nella Storia? Mi sembra di notare a tratti anche una certa durezza esclusivista nei suoi giudizi, anche nei confronti dell'amico, che è tipica del cattolicesimo. Splende per contrasto la levità di Ceronetti, il suo non volersi, nella disperazione, disperato; ma anche la sua non comune generosità.
Mi pare che l'epistolario aiuti anche a trarre un giudizio su ciò che è comune ai due autori, cioè il loro rifiuto della modernità. Nell'imputare al moderno buona parte dell'orrore della vita (si vedano, per esempio, le lamentele sulla campagna «rovinata» dalla tecnica), Ceronetti e Quinzio dimostrano, temo, oltre che un'informazione storica distorta, il pesante condizionamento del loro conservatorismo (in Quinzio per motivi di storia familiare, mentre in Ceronetti è avvertibile direttamente l'ipoteca piccolo-borghese, pur superata e trasfigurata nell'arte). Ma compiono anche quello che ai loro stessi occhi rappresenta il peccato supremo: il rifiuto del tragico. Al di là della retorica delle «magnifiche sorti e progressive», il moderno rappresenta un tentativo di rispondere all'orrore del mondo; tentativo tragico, perché contraddittorio e limitato, ma l'unico possibile agli uomini. E questo rifiuto del tragico appare bene, mi sembra, in un particolare apparentemente minore dell'epistolario. Mi riferisco alla continua ricerca di medici omeopatici e antroposofici da parte dei due autori, che si scambiano consigli in uno spasmodico tentativo di trovare cure più «umane», fino al limite dell'irresponsabilità, come nel caso di una sospetta ernia di una bambina. Nella para-modernità delle pilloline omeopatiche (di cui Ceronetti nella sua intelligenza pure si avvede, cfr. lettera n. 107), nel loro nulla inzuccherato c'è tutto il rifiuto della tragica ambivalenza del pharmakon e dell'intero progetto moderno.
… (altro)
½
 
Segnalato
Achero | Jun 25, 2014 |

Liste

Potrebbero anche piacerti

Autori correlati

Statistiche

Opere
70
Opere correlate
6
Utenti
501
Popolarità
#49,399
Voto
3.9
Recensioni
11
ISBN
87
Lingue
6

Grafici & Tabelle