Giampiero Carocci

«L'età giolittiana, cioè il periodo dominato politicamente dalla figura di Giolitti, che inizia col 1901 e termina•
col 1914, cade intorno al cinquantenario dell'Unità (1911). Essa segna un passaggio nella storia dello Stato
italiano: l'acme e la conclusione del sistema liberale, inteso nella sua accezione classica ottocentesca ».
Così presenta l'autore questo suo libro, scritto per la PBE, come sintesi del periodo che vide nel nostro paese
il potere crescente dell'industria e della banca, la forza e le contraddizioni del movimento socialista, l'aumentata
presenza dei cattolici nella politica italiana, il suffragio universale e l'impresa libica; e che nella cultura e nella ideologia vide l'idealismo sostituirsi al positivismo, mentre orgevano i miti nazionalisti, dannunziani e decadenti. Quasi tutti i temi maggiori della storia italiana contemporanea comparvero nel quindicennio che ebbe a protagonista politico Giovanni Giolitti. Dell'opera controversa di questo statista, Carocci dà un ritratto storico tanto equilibrato quanto nitido e risoluto, basato su ricerche originali e sullo studio di documenti dell'archivio Giolitti, ora in corso di pubblicazione.… (altro)

Scrivere oggi una storia dell'Italia unita significa tentare di dare una risposta, una risposta "storica" che oltrepassi la contingenza della cronaca, a queste domande tratte dalla cronaca: perché la crisi economica che ha investito in questi ultimi anni tutto il mondo capitalistico ha acquistato da noi aspetti particolarmente acuti?
perché alla crisi economica si accompagna una crisi dello stato in misura assai piu accentuata che altrove? perché, insomma, l'intenso sviluppo economico degli anni precedenti, piu che irrobustire il sistema, sembra avere disgregato la società, indotto una crisi morale, paralizzato l'azione di governo e reso addirittura fatiscente lo stato? esistono delle' tare' storiche all'origine di tutto questo?"
Partendo da questa premessa, l'Autore traccia una storia dell'Italia moderna dalla formazione dello stato italiano nel 1861 ai giorni nostri, tentando di individuare queste "tare" tipiche italiane.
Una di esse, riconosciuta come la fondamentale, è -secondo l'Autore- la mancanza di una solida classe egemone, che ha come corollario la disgregazione o scarsa omogeneità delle altre classi.
Caratteristica fondamentale del libro è il continuo riferimento alle opinioni che sui fatti politici, economici, sociali, culturali espressero gli storici che dell'Italia si sono occupati.
Il risultato è una rassegna e un'analisi non solo di fatti, ma anche di idee, in accordo col punto di vista democratico dell'Autore.… (altro)