L. Sprague de Camp (1907–2000)

La creatura di Robert Evin Howard, Conan, re dei cimmeri, ha vissuto grande gloria grazie al cinema e al fumetto. Quando, infatti, la Marvel adottò il barbaro per farne un eroe, anzi un super eroe, Conan spiccò il volo; al primo disegnatore in assoluto, Barry Windsor Smith, subentrò un mito della fabbrica delle meraviglie, John Buscema che, con il suo tratto inconfondibile, lo ha fatto entrare in una dimensione di reale immortalità; Conan è stato poi disegnato dall’italiano Claudio Castellini. I curatori di questo albo hanno deciso di proporre le storie del re dei cimmeri in prospettiva inversa, partendo dalle storie più nuove, Conan il barbaro, Ali diaboliche su Shadizar e Conan e la creatura dei boschi; l’utilizzo del rendering e delle tecniche di animazione probabilmente non rendono al meglio le gesta di Conan. Tradizionali, e deliziose, le ultime storie, La torre dell’elefante, nascerà una strega e la cittadella misteriosa. Episodi lunghi che si lasciano leggere tutto di un fiato anche se il formato rende alquanto ostica la lettura in più di un passaggio per l’intensità del disegno e dei dialoghi. Comunque, Conan merita il posto che ricopre nell’olimpo dei supereroi, anche se non è un supereroe.

Recensione del 12 dicembre 2009
Non sono in forma, indiscutibilmente. Ma il barbaro dei successi di Hollywood, o meglio, di Howard, a me non è piaciuto. Una lettura estremamente noiosa sempre, dalla prima all’ultima pagina, nonostante la rade, da hit, dei disegnatori e degli sceneggiatori. La mia distonia per le strisce irreali e per la fantascienza mi è nota. Ma io scrivo queste recensioni per me stesso. Ma io leggo, scrivo per me e valuta da solo. I supereroi mi possono piacere se e solo se sono grandi, grandissimi, invincibili. E se hanno una storia che si comprende. I limiti della razionalità mia. Conan è l’esatto opposto, non lo capisco, non mi piace Che devo fare? Proverò a vedere il film.… (altro)