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Daniele Bolelli teaches at California State Long Beach, Santa Monica College, and UCLA. He is a regular contributor to a variety of martial arts magazines, including the Journal of Asian Martial Arts and Samurai. Bolelli holds a 4th-degree black belt in Kung Fu San Soo and is a practitioner of the mostra altro traditional styles of Hsing-i, Pa Kua, and Tai Chi Chuan, as well as combat sports such as Brazilian Jujitsu and Mixed Martial Arts. He is the author of several books in his native Italy. On the Warrior's Path is his first book published in the United States mostra meno

Opere di Daniele Bolelli

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Informazioni generali

Data di nascita
1974
Sesso
male
Luogo di nascita
Milan, Italy

Utenti

Recensioni

I am always suspicious whenever a book about religion starts off by the author proclaiming it is not like those 'other' militant atheist books. It is going to be reasonable and balanced. I didn't get far enough in this one to tell you if it was. The pompous self-importance made the book a deadly bore.
 
Segnalato
Devil_llama | 3 altre recensioni | Mar 2, 2023 |
from cover

The urge to forge one's character by fighting, in daily life as well as on the mat, appeals to something deep within us. More than a collection of fighting techniques, martial arts constitute a path to developing body, spirit, and awareness. On the Warrior's Path connects the martial aspects with the larger perspective, merging delicate philosophies with no-holds-barred competition. Nietzsche with Bruce Lee, radical Taoism and Bhuddhism with the Star Wars trilogy, traditional martial arts with basketball and American Indian culture. Though the warrior seems to manifest contradictory values, Bolelli describes the heart of this tension: how the training of martial technique leads to a renunciation of violence, and how overcoming fear leads to a unique freedom.

Daniele Bolelli teaches at California State Long Beach, Santa Monica College, and UCLA. He is a regular contributor to a variety of martial arts magazines including the Journal of Asian Martial Arts, Inside Kung Fu, and Samurai. Bolelli holds a 4th-degree black belt in Kung Fu San Soo and is a practitioner of the traditional styles of Hsing-I, Pa Kua, and Tai Chi Chuan, as well as te everging sport of Mixed Martial Arts. He is the author of several books in his native Italy. On the Warrior's Path is his first book published in United States.

Contents

Introduction
Chapter1 The body as a temple
Chapter 2 More than martial more than art: martial arts and the alteration of consciousness
Chapter 3 In the company of a nomadic samurai and a chnese poet warrior: the strategies f martial arts applied to everyday life
Chapter 4 The princess and the warrior, the yin and the yang: the feminine in the martial arts
Chapter 5 The warrior's rites
In the dojo
When I remember who I am, nothing is a problem:
The practice
The master
The weapons
Kata and forms
Styles (part one)
Styles (part two)
Chapter 6 Martial arts, media, and myth
Chapter 7 Six warrior archetypes
The samurai
The ninja
The searchers
The hermit
The ronin
The tribal warrior
chapter 8 The warrior as bodhisatva
Chapter 9 Making order out of chaos: a typology of martial arts styles
Introduction
The model
Performance arts
Internal arts
Weapon arts
Self defense arts
Combat sports-Grappling; Striking; Combined combat sports
Conclusion
Chapter 10 finding the buddha in a cage: The difficult marriage between martial arts philosophy and no-holds-barred competition
Chapter 11 Epistemological anarchism: The philosophy of Jeet Kune Do
Introduction
Not New, Yet New
The break with Chinese tradition
If you meet the Buddha, Kill him: JKD's allergy for authority
Martial arts styles as ideoloical prisons: freedom from belonging
Usng no Way as the Way: Lee's epistemological anarchism
Simplicity
Philosophy goes to the movies (and spills popcurn all over itself)
Jeet Kune Do as the archteypal martial art of the 1960's
… (altro)
 
Segnalato
AikiBib | May 29, 2022 |
Name was definitely misleading, though I suppose the subtitle is an out. The book is less about creating your own religion and more about the author telling you about his personal religion and taking down established religions. And even then, not a particularly insightful takedown. Most of the arguments are all ones anyone interested in the subject has heard before.

He did make some interesting points, but his style too often interfered with getting them across.

The author's self-referential unfunny humor, the feeling that he is writing for people who already agree with him, and his asides to the reader that seem like notes to his editor that they forgot to take out of the manuscript, all combine to become a book that was mildly interesting at best and annoying at worst.… (altro)
 
Segnalato
rumbledethumps | 3 altre recensioni | Mar 23, 2021 |
"Un Dio per tutti e per nessuno". "Istruzioni per l'uso di una religione fai da te". La prima frase è il titolo del post ed è mia. Quella che segue è il sottotitolo di "iGod", un libro il cui autore sfida tutte le religioni, proponendoci al loro posto un dio per ognuno di noi.

Vi assicuro che non c'è nulla blasfemo in quello che ho detto, nè tanto meno in quello che ha scritto Daniele Bolelli nel suo libro che, a dire il vero, pone seri problemi di lettura sin dal suo enigmatico titolo. Ma non tanto, tutto sommato, se lo si osserva bene, guardando l'immagine della copertina.

E' chiaramente disegnata sulla falsariga di un telecomando: destra-sinistra, sopra-sotto, uno stop centrale, un auricolare ai piedi di esso. Ricorda la parola "iPad", il nome di quel rivoluzionario aggeggio elettronico inventato da Steve Jobs soltanto sei anni fa e che ci porta il mondo tra le mani. Il disegno, però, non si può negare, non è soltanto un semplice telecomando ...

Daniele Bonelli lo impiega, infatti, come "ingresso", "incipit" per le sue argomentazioni, usandolo anche come simbolo: quello di una "croce". Un segnale utile per comprendere il tipo di approccio che l'autore dà al suo lavoro. Del resto l'autore del libro non è poi uno sprovveduto o un pazzo, bensì uno che se ne intende di religioni.

Professore di storia delle religioni e di altre discipline, Daniele Bonelli ha un curriculum di tutto rispetto, come potete leggere qui al link. Potete ascoltare e vedere anche la sua conversazione sul libro qui al link sul suo nome.

Dopo questa necessaria premessa di inquadramento, ecco cosa penso del libro. In un famoso, breve saggio il filosofo napoletano Benedetto Croce ha chiarito in maniera inequivocabile "perché non possiamo non dirci cristiani". Lo scritto porta la data del 1942 e non ha perso per nulla la sua attualità.

La religione, o meglio, il sentimento religioso restano sempre al centro della vita degli uomini. Non solo di quelli che credono, ma anche e sopratutto di quelli che non credono, quelli che avvertono di più questa necessità che trascende la condizione umana.

Questo blogger ha "vissuto", se così si può dire, la vita di sei Papi. Con Papa Francesco stiamo vivendo la settima. Come fedeli cristiani del XXI secolo, tutti ci rendiamo conto che questo è un periodo non solo di grandi trasformazioni e cambiamenti, ma anche di forti e necessari ripensamenti. Non soltanto da un punto di vista informale e pratico, ma anche da quello squisitamente spirituale. Non sono in grado di dire cosa accadrà da quello della dottrina religiosa.

Sono un ignorante in merito e non mi allettano molto questi pensieri che tendono ad essere dogmatici e poco pratici. So soltanto che, con la forte, incessante ed imprevedibile spinta della moderna comunicazione, si avverte sempre di più la necessità di andare oltre il vissuto tradizionale dello spirito che tutti i credenti, in una qualsiasi religione, hanno avuto nel corso della storia.

Da nord a sud, da oriente ad occidente, gli uomini vivono la loro quotidiana battaglia dell'esistenza, legandosi sì! alla concretezza della quotidianità, ma senza mai smettere di guardare in alto, verso le stelle e oltre, nel tentativo di sapere da dove veniamo e dove siamo destinati a finire.

Tutte le religioni cercano di aiutarci in questo cammino di ricerca. Tutte si legano inevitabilmente alla storia e al territorio dove esse sono nate. Si manifestano spesso in maniera diversa, tanto divisiva quanto contrastiva. Sono così evidenti i confronti, nei vari "credo", come lo sono anche gli inevitabili conflitti.

Anche quella cristiana e cattolica cerca di fare la sua parte, oltre che in maniera "cattolica-universale", anche "spaziale". Non a caso il teologo e scrittore Antonio Spadaro, direttore della rivista "Civiltà Cattolica", ha inventato la "CyberTeologia" nel tentativo di universalizzare la fede, intesa come intelligenza al tempo della Rete.

Ma non voglio entrare in questo campo che non è di mia competenza. Come semplice credente, però, non posso ritenermi fuori della mischia. In breve, non posso non dirmi anche io, "cristiano", come ha scritto Croce.

Ma questa mia affermazione, ovviamente, è legata al "mondo" a cui appartengo, una scelta non mia. Se fossi nato altrove, probabilmente avrei pensato diversamente la mia condizione spirituale. Questo mi sembra essere il punto giusto di partenza per parlare di un libro che mi ha posto seriamente di fronte a molti interrogativi sui quali desidero qui discutere con me stesso e con chi eventualmente mi leggerà.

Nel mio incessante navigare in rete, non ricordo più come mi sono imbattuto in questo libro. Per pochi euri, l'ho acquistato prima in versione digitale, poi in quella cartacea. Il titolo nella versione inglese rispecchia chiaramente il sottotitolo della edizione italiana: "Farsi una religione per conto proprio".

Sembra subito una provocazione. L'autore non è uno qualunque, ma Daniele Bolelli, filosofo, artista marziale e professore di religioni (e di altre materie) all’Università di Los Angeles. Per capire chi sia un "artista marziale" ho dovuto fare una ricerca.

Un'arte del genere è tale quando suscita in chi la guarda delle emozioni. Quando concretizza un lavoro, una pratica, attraverso l' abilità unita all' "anima" di chi la esercita. Quando trasuda espressività e carattere. Quando va oltre il confine del razionale. Quando trasforma il brutto in bello e l' illogico in logico. Quando la tecnica è esaltata dallo spirito. Quando trasmette emozione e sentimento. L' Arte Marziale, allora, come tutte le arti, è arte quando vi è l' artista. In questo caso c'è l'autore del libro.

Dopo di avere letto l'estratto che l'archivio di Tecalibri ha pubblicato qui al link, sono stato spinto ad acquistare il libro in versione ebook per pochi euri. La lettura cartacea, si sa, differisce molto da quella digitale. Avevo bisogno di avere tra le mani questo libro, sentirne il peso, sfogliare le pagine, leggere e rileggere, annotare, soppesare, appuntare quello che Bolelli ha scritto.

Man mano che proseguivo nella lettura avevo la conferma di leggere cose, pensieri e idee, che avevo pensato anche io nel corso del tempo. La pagina digitale, pur con le sue opzioni di lettura, non mi soddisfaceva. Avevo bisogno di avere il "corpo del reato", il libro tra le mani, in senso fisico per meglio valutarlo.

Già, perchè questo testo è davvero "dissacrante". Man mano che andavo avanti a leggere, mi chiedevo quanto successo possa avere un libro del genere che tratta del tema della religione da un punto di vista universale e in maniera obiettiva. A mio parere non moltissimo.

La ragione per la quale sono sicuro di questa mia affermazione è che sono convinto che quando si ha a che fare con la religione, si ha a che fare con una materia che è innegabile essere quanto mai "divisiva". E' la storia che lo prova, per non dire nulla di quello che accade ogni giorno oggi.

Parliamo di trascendenza. Siamo portati a pensare seguendo schemi di rigida esclusività, quando parliamo di un argomento come questo. Da una parte, tante religioni, tante visioni di dio, tante suggestioni. Dall’altra parte ci sono quelli che restano indifferenti alla questione sia religiosa che spirituale, spesso le confondono volutamente e le usano per fini diversi e perversi, oppure non nutrono nessuna forma d’interesse. Sia i primi che i secondi non leggeranno questo libro. A mio parere avranno torto, non una, ma due volte.

Per leggere questo libro bisogna avere una mente ed uno spirito liberi, essere flessibili, senza paraocchi o pregiudizi. L’autore affronta i molteplici aspetti che appartengono alla religione, intesa sì come possibile strumento per la salvezza dello spirito umano, ma sopratutto come strumento che aiuti a vivere e possibilmente meglio di quanto gli uomini, nella loro storia e nel loro tempo, abbiano finora dimostrato di saper fare.

Daniele Bolelli non fa sconti a nessuno. Tutte le religioni, a suo parere, per i loro dogmi rigidi e sterili, sono sempre divisive e contrastive. Questo suo libro non è un libro sulla religione, o sulle religioni. E' un lavoro che cerca di andare "oltre", pensando all'uomo in quanto tale, persona e individuo che nasce solo e finisce da solo il suo percorso di vita. Le religioni non fanno nulla, o fanno ben poco per aiutarlo a vivere, prima nel fisico e poi nello spirito.

A chiunque pensi che questo sia un libro per gli addetti ai lavori, cioè che lo possa leggere solo chi fosse interessato alla religione, vorrei garantire che il titolo non rende giustizia al contenuto, perché con "iGod", Daniele Bolelli non ha scritto un libro sulla religione, ma bensì un libro sulla vita. Quindi, qualunque sia la vostra opinione sulla religione, se siete semplicemente interessati alla vita (e dovreste esserlo), leggetevi il libro. Non può farvi che bene, credetemi.

A qualunque religione possiate appartenere, in qualsiasi maniera possiate immaginare il vostro Dio, dopo di avere letto questo libro sarete portati a credere in maniera più cosciente e consapevole nella necessità di dare risposte più sensate alle domande che vi siete sempre posti e che tutti ci facciamo, man mano che continuiamo a vivere, in attesa dell'uscita dal mondo.

Perchè, così come siamo entrati su questo palcoscenico, allo stesso modo ne usciremo. Dal mistero, nel mistero, per chi non crede. Dalla luce, nella luce, per chi crede. Ecco perchè, noi che siamo nati qui, in questa parte del pianeta chiamata Terra, in questo Paese chiamato Italia, non possiamo non dirci cristiani.

L'autore di questo prezioso libro non lo dice, ma sono convinto che anche lui, come me e come tanti, non possono non dirsi "cristiani". Sono più di duemila anni che la figura del Cristo dà una ragionevole risposta a tutte quelle domande che gli uomini di tutti i tempi si sono poste e continueranno a porsi nei millenni a venire.

In quella Luce possiamo continuare a trovare quelle risposte alle quali Daniele Bolelli allude chiudendo il suo libro, quando scrive del modo di moltiplicare la felicità del vivere intesa come meta. Risposte che vanno al di là delle forme e dei dogmi, oltre il mistero, sia delle nebbie del corpo che dello spirito.

Se non fosse così, non avrebbe messo quel segno di "croce" a mò di telecomando sulla copertina del suo libro. Un Dio che possa essere sia per tutti che per nessuno. Un paradosso? Già, proprio quello: l'unione degli opposti. (https://goo.gl/3rVJ4E)
… (altro)
 
Segnalato
AntonioGallo | Nov 2, 2017 |

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