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Mariama Bâ (1929–1981)

Autore di Amica mia

4+ opere 1,439 membri 48 recensioni 1 preferito

Sull'Autore

The promising literary career of Mariama Ba ended with her death in 1981 at the age of 52, just before the publication of her second novel, Le Chant Ecarlate (The Scarlet Song), a poetic drama of a love affair between a Senegalese student and the daughter of a French diplomat. Like the works of mostra altro many other feminist African women writers, Ba's writing challenges many prevalent stereotypes that reinforce the African woman's acceptance of her "place" in society. Her first novel, So Long a Letter (1979), which revealed her clarity of vision and persuasive rhetoric, is written in an epistolary style. The long letter from one female friend to another is a deeply moving account of a Muslim woman's innermost feelings and emotional survival following her husband's decision to take a second, and much younger, wife. The novel has been translated into more than 15 languages and has received international acclaim. In 1980 Mariama Ba received the Noma Award for the best novel published in Africa. (Bowker Author Biography) mostra meno

Opere di Mariama Bâ

Amica mia (1981) 1,318 copie
Scarlet Song (1981) 119 copie
Fiabe orientali (2012) 1 copia

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Informazioni generali

Nome canonico
Bâ, Mariama
Data di nascita
1929-04-17
Data di morte
1981-08-17
Sesso
female
Nazionalità
Senegal
Luogo di nascita
Dakar, Senegal
Luogo di morte
Dakar, Senegal
Luogo di residenza
Dakar, Senegal
Istruzione
Ecole Normale de Rufisque
Attività lavorative
primary school teacher
school inspector
Premi e riconoscimenti
Noma Prize (1980, Un Si Longue Lettre)

Utenti

Recensioni

“Puoi nutrire una pancia quanto vuoi, si abbufferà lo stesso a tua insaputa”

Ultima lettura del 2016 che lascia un retrogusto un po’ amaro e non certo per la qualità dell’opera.
Un gradimento che va ben oltre le aspettative per questa sconosciuta e purtroppo sfortunatissima autrice africana che, con una scrittura estremamente concreta e diretta, sottoforma di una lunga lettera alla sua migliore amica, racconta se stessa con il dramma vissuto dell’abbandono, e contemporaneamente parla del suo paese, il Senegal, tracciandone un profilo storico sociale e valutando il ruolo e il peso della donna in questo contesto.
Ed è appunto nel contesto di un paese a prevalenza musulmana, realtà che, anche se poco praticata, prevede comunque la possibilità per gli uomini di avere più mogli, avvia una lucidissima autocritica per capire il peso dei suoi sbagli, se ce ne fossero stati, nel rapporto con il marito che ha portato a questa scelta, ponendosi tutte le relative domande del caso.

“Amarsi! Se ognuno dei due partners potesse tendere sinceramente verso l’altro! Se provasse a fondersi nell’altro! Se ne accettasse non soltanto le vittorie, ma anche le sconfitte! Se esaltasse le sue qualità al posto di vederne soltanto i difetti! Se reprimesse le cattive inclinazioni senza appesantirle! Se entrasse nelle pieghe più remote del suo animo per prevenire i cedimenti e sostenere, curandoli, i mali sottaciuti! È l’armonia della coppia a determinare la riuscita familiare, così come l’accordo di molteplici strumenti crea una piacevole sinfonia”

È il ritratto di una donna orgogliosa e sicura di se, anche nella certezza delle difficoltà che dovrà affrontare, che chiederà al marito di abbandonare la casa e lasciarla sola nella sua amarezza, stemperata soltanto dai molti figli a cui dovrà badare e dando anche un forte segnale di intolleranza verso consuetudini che relegano la donna a puro oggetto.

“Chi decide della nascita e della morte? Dio! L’onnipotente! E poi, si è madri per comprendere l’inspiegabile. Si è madri per illuminare le tenebre. Si è madri per consolare, quando i fulmini squarciano il velo della notte, quando il tuono viola la terra, quando il fango sommerge. Si è madri per amare, senza inizio né fine.”

Ma c’è molto altro in queste pagine scritte, ripeto, in maniera concreta e lucidissima, con temi e realtà molto lontane da noi, che comunque non si fa fatica a recepire; ed è qui che parte il rimpianto per, come dicevo sopra, questa sfortunata scrittrice che dopo aver ottenuto i riconoscimenti per quest’opera non ebbe il tempo di pubblicare la seconda perché si ammalò e morì di cancro. Una sorte veramente beffarda per una donna già duramente colpita dalla vita, a conferma, ancora una volta, casomai servisse, dell’imperscrutabilità del destino…

Per finire una considerazione sui libri, molto bella, espressa dall’autrice durante la narrazione e riferita all’immensa potenzialità di questo strumento di diffusione e comunicazione che non ha pari nella storia degli uomini e… delle donne.

“Potenza dei libri, invenzione meravigliosa dell’astuta intelligenza umana. Segni diversi, associati in suoni; suoni diversi che modellano la parola. Concatenazione di parole da cui scaturisce l’idea, e il pensiero, la storia, la scienza, la vita. strumento unico di relazione e di cultura, mezzo ineguagliato per dare e per ricevere. I libri saldano intere generazioni allo stesso lavoro continuo che fa progredire.”

Ed è sotto questo pensiero che auguro a tutti, insieme a tante buone letture, un Buon Anno 2017…
… (altro)
 
Segnalato
barocco | 43 altre recensioni | Jun 3, 2017 |

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