Riccardo Bacchelli (1891–1985)
Autore di Il mulino del Po
Sull'Autore
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Informazioni generali
- Nome canonico
- Bacchelli, Riccardo
- Altri nomi
- BACCHELLI, Riccardo
- Data di nascita
- 1891
- Data di morte
- 1985
- Nazionalità
- Italy
- Luogo di nascita
- Bologna, Italy
- Luogo di morte
- Monza, Italy
- Istruzione
- Università di Bologna, Italy
- Premi e riconoscimenti
- Knight Grand Cross of the Order of Merit of the Italian Republic (1971)
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Nel 1869, per cercare di rimettere in sesto il bilancio statale, era stata istituita la tassa sul macinato, invisa al popolo perché gravava sull'alimento primario e che trasformava i mugnai in esattori per conto dello stato. Nei primi tempi la tassa veniva esatta in forma forfettaria e non pesava eccessivamente, ma quando vengono impiantati dispositivi per contare i giri delle macine, l'imposta diventa di colpo notevolmente gravosa e Cecilia la sente come un'ingiustizia personale, ancora di più dopo che la sinistra va al governo, senza eliminare la tassa come aveva promesso. Sistematicamente la mugnaia manomette i contatori meccanici per evadere l'imposta, ma durante un'ispezione della Finanza, per non far trovare le prove della manipolazione, che porterebbero lei in prigione e i mulini al sequestro, ordina a Princivalle, uno dei figli, di appiccare il fuoco al San Michele, che viene distrutto completamente. Princivalle viene arrestato ma dopo pochi mesi è rilasciato per insufficienza di prove.
Cecilia riesce a conquistare la fiducia di Clapasson, un latifondista locale, di origini piemontesi, che decide di far macinare tutto il suo grano dagli Scacerni, ritenendo la macinatura tradizionale migliore di quella dei mulini meccanici che stanno prendendo piede. Le nuove entrate e la prospettiva di un flusso continuo di cereali da macinare per gli anni a venire, inducono Cecilia a farsi costruire un nuovo mulino: il San Michele secondo.
Sono gli ultimi anni dell'Ottocento e cominciano a nascere Leghe contadine che organizzano le prime lotte dei braccianti e dei contadini; verso coloro che non aderiscono agli scioperi viene organizzato il boicottaggio. Tra questi ci sono gli Scacerni, che avendo come unico cliente il Clapasson, al quale debbono anche restituire il prestito contratto per l'acquisto del muovo mulino, non aderiscono allo sciopero indetto dalla Lega. Questo fatto si riflette anche su due giovani: Berta Scacerni, la figlia minore di Cecilia, e Luca Verginesi (soprannominato "Orbino" nonostante ci veda benissimo) erano fidanzati, ma avendo i Verginesi aderito allo sciopero, hanno ricevuto l'ordine dal capopopolo della Lega di troncare ogni rapporto coi mugnai crumiri, questo nonostante che le famiglie si conoscessero e frequentassero da decenni.
Lo sciopero si protrae per lungo periodo esacerbando gli animi delle due fazioni, in questo clima di odio e sospetto reciproco, Princivalle viene sobillato da un provocatore (soprannominato "lo Smarazzacucco") che gli rivela che Orbino avrebbe sparlato di Berta facendola passare per una sgualdrina. È una calunnia, ma trova facile esca su Princivalle, già infuriato con gli scioperanti. Rintraccia Orbino e lo uccide, ma quando, ormai in punto di morte quest'ultimo lo perdona e ha parole di grande amore per Berta, capisce l'errore commesso e si costituisce, venendo condannato a 30 anni di lavori forzati.… (altro)