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Viola Ardone

Autore di The Children's Train

10 opere 258 membri 20 recensioni

Opere di Viola Ardone

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Informazioni generali

Nome canonico
Ardone, Viola
Nome legale
Ardone, Viola
Data di nascita
1974
Sesso
female
Nazionalità
Italy
Nazione (per mappa)
Italien
Luogo di nascita
Naples
Attività lavorative
high school teacher

Utenti

Recensioni

Dopo la Seconda guerra mondiale Napoli era una città in ginocchio. L’atavica povertà della città rendeva la vita dei bambini difficile, le condizioni igieniche precarie, nessuna prospettiva per il futuro. Per queste ragioni il Partito comunista organizzò dei treni per consentire alle famiglie che lo desideravano di fare andare i bambini a vivere in Emilia-Romagna, alla ricerca di un futuro possibile. E Viola Ardone racconta la storia di uno di questi bambini, Amerigo, e della madre, Antonietta, che decide di fare partire il figlio su uno di questi treni. A Modena Amerigo trova una vita normale, mangiare non è più un’avventura, la scuola diventa un obbligo e se un bambino ha un talento un violino un dovere. Amerigo torna a Napoli, dalla madre, alla sua vita di stenti e povertà ma quando la madre decide di vendersi il violino il bambino fugge e torna a Modena. E proprio quel violino diventerà lo strumento per vivere una vita normale. Nell’ultimo capitolo Amerigo torna a Napoli per partecipare al funerale della madre e in quell’occasione conoscerà così Carmine, il nipote figlio di Agostino, il fratellino nato dopo la sua fuga e mai conosciuto. La storia è bella ma il valore aggiunto sono le qualità letterarie di Viola Ardone che ha uno stile molto particolare che ricorda il neorealismo ma che non manca di attualità. Molto bello.… (altro)
½
 
Segnalato
grandeghi | 16 altre recensioni | Jan 15, 2024 |
Bello, la storia ambientata nella sicilia del dopo guerra realmente accaduta.
 
Segnalato
Marco50 | 1 altra recensione | Sep 17, 2022 |
Poteva essere un 5 se non fosse stato per il colpo di scena finale: dovuto, per carità, ma che se non ci fosse stato e il libro avesse preso una piega diversa sarebbe stato meglio.
Un po' confusionario alla fine, un po' troppo lungo e "sbrodolato" nell'ultima parte. Poi l'uso del dialetto, molto italianizzato: tipo "Vorrei ma non posso", soggetto ad un editing forse troppo deciso.
Però la storia è bella, sconosciuta ai più (a quasi tutti direi).
 
Segnalato
sbaldi59 | 16 altre recensioni | Mar 15, 2020 |
C'è un filone narrativo in Italia che tratta di traumi infantili - sociali o personalissimi - e di vite di giovani adulti che ne pagano le conseguenze, fino allo scioglimento o al non scioglimento, con o senza speranza: inutile star qui a fare un catalogo. Una sorta di neorealismo intimistico. Quello che conta è che sono nella maggior parte dei casi storie abbastanza coinvolgenti. Ad opera di giovani autori accomunati da buona capacità di narrazione e scrittura. Poi, qualcuna decolla, diventa magari il caso letterario della stagione e di conseguenza il nome dell'autore vola di bocca in bocca, qualcuna … meno. E a volte è un peccato.
Certamente non vedo per ora grandi movimenti attorno a questo titolo, che invece meriterebbe maggiore attenzione. Eppure La ricetta del cuore in subbuglio è un bel romanzo, e quella di Viola Ardone una voce interessante e promettente.
E' la storia di Dafne che, bambina a Napoli, crede nelle proprietà magico-taumaturgiche delle tabelline: a ripeterle tutte, ma soprattutto quella più tosta, quella dell'8, possono far avverare i desideri, almeno la maggior parte, quelli proprio difficili forse no.
Ed è la storia di Dafne giovane architetto a Milano, che accoppia il successo professionale a una sostanziale incapacità di gestire vita privata e sentimenti. Una di quelle donne (quante ne conosciamo?) che sembrano destinate a ripetere ogni volta lo stesso errore. Con l'aggravante che Dafne è sempre pronta, con matita e taccuino, a cercare di risolvere ogni questione con lucide esposizioni geometriche.
Forse sono le pagine geometriche, poche, quelle che meno colpiscono questa lettrice che peccati ne fa tanti, ma non annovera la geometria tra i più frequenti. Ma a Dafne ti affezioni, anche al suo scalciare contro l'analista. Che somiglia parecchio a tanti che mi hanno raccontato quelli che ne conoscono. Complessivamente ne esce bene, ma non è il mio campo.
Milano non l’ho percepita molto, mentre presentissima, raccontata alla grande, è una Napoli tal quale di una ventina d’anni fa. A una che a Napoli ci vive già questo piace molto.
Soprattutto, incanta la voce di Dafne bambina che mescolando innocenza e acume racconta – per come vede e percepisce - la città e la famiglia e la scuola e le nonne e i vicini. Con un'ottima invenzione linguistica di italiano con l'accento napoletano, che conferisce a questa parte della storia in particolare verosimiglianza e calore.
Consiglio di leggerla, per dirmi se ho proprio torto, e anche per trovarsi in vantaggio al prossimo giro, se come sperabile un altro editore o la stessa Salani si occuperà di far circolare un po' di più il nome di Viola Ardone, e di Dafne, tanto per cominciare.
… (altro)
 
Segnalato
patri50 | Aug 1, 2012 |

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