Carlos Drummond de Andrade (1902–1987)

Poeta tra i maggiori del novecento e soprattutto della letteratura brasiliana, ha concepito la poesia come una sorta di missione. Schivo per carattere, distante dalla vita intellettuale e mondana ha scandagliato la realtà quotidiana, le trasformazioni del suo paese, attingendo alla lingua ufficiale, al dialetto e al gergo . Aderì al movimento dei giovani poeti, scrittori e artisti in favore del rinnovamento nelle arti e nelle lettere del paese, iniziato nel 1922 quando era esplosa a São Paulo la "Semana de Arte Moderna", inaugurando ufficialmente il Modernismo in Brasile. Fondò nel 1925, con altri poeti e scrittori del paesino minerario di Minas Gerais, "A Revista", un periodico che contirbuì a diffondere le nuove tendenze letterarie.
La poesia di Andrade ha versi liberi, musicali in cui si fondono il tono colloquiale e quello prosaico per cantare il "sentimento del mondo". Andrade ha vissuto la crisi di valori di un'epoca di grandi trasformazioni in ogni campo, dall'economia alla comunicazione. Il suo è lo sguardo pessimista di chi rifiuta di credere in un destino positivo, di chi è certo che la vita umana sia dolore, al di là di ogni presunto trionfo del progresso. Cosa rimane alla voce del poeta se non una immensa tenerezza, una indicibile pietas per tutte le creature.
Bellissima edizione con la traduzione del grande Antonio Tabucchi.… (altro)