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Edwin A. Abbott (1838–1926)

Autore di Flatlandia

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Sull'Autore

Edwin A. Abbott was born December 20, 1838. He attended City of London School and Cambridge, where he was an honor student in the classics. Following the career path of his father, Abbott was ordained an Anglican minister. Later he rejected a career as a clergyman and at the age of twenty-six, he mostra altro returned to City of London School as Headmaster, a position he held for twenty-five years. Always curious about views from varying perspectives, he promoted a liberal attitude toward people of differing backgrounds. As president of the Teachers Training Society, for example, he lobbied for access to university education for women. He resigned as Headmaster at age fifty-three in protest of proposed changes to the mission of the school. Abbott wrote more than fifty books on widely different topics. He had published two series of his sermons while at Cambridge, a book on Shakespearean grammar, and accounts of his efforts to admit women to higher education. His most notable work is Flatland, written in 1884. Flatland is still widely read by both mathematicians and science-fiction readers because of its portrayal of the idea of higher dimensions. The narrator, a two-dimensional square called A Square happens into a three-dimensional world where he gains a wider vision into objects in his two-dimensional home. The book was a favorite with C. S. Lewis. Abbott died on October 12, 1926. (Bowker Author Biography) mostra meno
Fonte dell'immagine: Courtesy of the NYPL Digital Gallery (image use requires permission from the New York Public Library)

Opere di Edwin A. Abbott

Flatlandia (1884) 9,749 copie
Flatland / Sphereland (1994) 286 copie
Johannine Grammar (1906) 14 copie
Tauba Auerbach: Folds (2011) 11 copie
Via Latina: A First Latin Book (1903) — Autore — 8 copie
Philochristus (1878) 7 copie
Silanus the Christian (1906) 5 copie
How to Parse (2019) 5 copie
Philomythus (1891) 5 copie

Opere correlate

Science Fiction Short Stories (Gothic Fantasy) (2015) — Collaboratore — 139 copie
The World of Mathematics, Volume 4 (1956) — Collaboratore — 123 copie
Das Hobbit-Buch (1988) — Autore — 7 copie
30 Eternal Masterpieces of Humorous Stories (2017) — Collaboratore — 4 copie

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Recensioni

Questo libro mi ha spiazzato. Non so neanch' io cosa mi aspettassi, ma di sicuro non qualcosa di così diverso da tutto quel che ho letto finora.
E' un gioco intellettuale più che un'opera letteraria, un divertissement che tocca vette di genialità e che è impossibile da definire.
In certi passaggi sembra una versione più sobria e meno graffiante della satira usata da Swift ne I viaggi di Gulliver, in altri può essere considerato un antesignano delle distopie del '900, senza dimenticare poi le parti più squisitamente matematiche e geometriche, che rivestono una parte importantissima nell'economia del testo.
Insomma è tutto e il contrario di tutto, un unicum nella storia della letteratura.
Anche lo stile riflette questa eccezionalità ed è multiforme e variegato, dal rigore scientifico si passa ad estasi profetiche di stampo biblico: l'effetto che ne viene fuori è straniante e quasi allucinatorio.
Per tutti questi motivi è un testo che chiunque dovrebbe leggere, ma allo stesso tempo è anche impossibile che possa davvero entrare nel cuore di qualcuno. E' un brillante esercizio mentale, da apprezzare con distacco come si apprezzerebbe un'opera di ingegneria ben fatta, ma lontano dalle emozioni che dovrebbe suscitare un'opera d'arte.
… (altro)
 
Segnalato
Lilirose_ | 181 altre recensioni | Feb 27, 2021 |
Molto bello. Fa pensare a quanto spesso limitiamo il nostro mondo e le nostre idee a ciò che vediamo, senza andare almeno un po' più in la, in avanti
 
Segnalato
jcumani | 181 altre recensioni | Aug 22, 2017 |
“Essere soddisfatti di sé significa essere vili e ignoranti, meglio aspirare a qualcosa che essere ciecamente, e impotentemente, felici.”

Molto conosciuto a dispetto della sua non facile lettura, questo testo del reverendo Abbot si inserisce a pieno merito nel filone della letteratura inglese dedita a rimarcare con sarcasmo e ironia i vari difetti degli uomini, sulla scia di altri capolavori del genere come “I viaggi di Gulliver” di Jonathan Swift, per fare un esempio noto.
Se da una parte si discute delle varie scienze matematiche, nonché geometriche, visive e prospettiche, per venire a capo delle verità dimensionali non accettate da altri mondi meno evoluti, in quanto difficile per loro credere a quello che non vedono, in questo scettici come gli uomini; dall’altra si parla e si descrivono i vari mondi con i loro abitanti, sotto forma di: punti, linee, segmenti e figure geometriche varie, con i loro modi di vivere, che prevedono, almeno nella Flatlandia, misure e pene severissime, fino all’eliminazione materiale, per chi non si attiene alle regole rispettando la rigida disciplina; leggi quindi, non molto diverse da quelle degli uomini, comprese le connotazioni negative.
È un racconto fantastico, nel senso del genere narrativo che, chi è appassionato di geometria e altre scienze matematiche, proverà piacere nel leggere, e chi non lo è potrà apprezzare la fervida fantasia dell’autore nell’immaginare questi mondi pieni di riferimenti reali e concreti al nostro mondo imperfetto.
Voglio sottolineare, a proposito degli sberleffi sarcastici, l’imbarazzante caratterizzazione delle donne di Flatlandia che subiscono un trattamento al limite del ridicolo con la grottesca trovata che, essendo pericolose per l’incolumità altrui sono costrette a muoversi segnalando sempre la loro presenza con un canto cosiddetto della pace o in alternativa muovendo continuamente il posteriore: destra, sinistra; sinistra, destra, in un movimento poco edificante, ma forse con un ben preciso riferimento.
Inutile dire che queste trovate costarono al reverendo più di un attacco per misoginia conclamata che lui però continuò sdegnosamente a respingere negando particolari avversioni verso il gentil sesso, ma con poco credito, aggiungo io…
… (altro)
 
Segnalato
barocco | 181 altre recensioni | May 31, 2017 |
Un po' didattico pedagogico, un po' satira della società vittoriana (ma a guardar bene attualissima), Flatlandia è un libro davvero delizioso. L'invito è quello a non dare per scontato che la nostra realtà sia tutto il mondo, l'invito è ad aprire gli occhi e tenerli aperti, ad uscire dal nostro piccolo regno fatto delle sicurezze che ci siamo costruiti per scoprire non solo cosa ci può essere al di sopra delle nostre teste, ma anche all'interno della nostra realtà. Infatti se la parte più godibile è quella in cui il quadrato protagonista viene portato nella spazio a tre dimensioni da una sfera evangelista, le parti che mi hanno colpito di più sono quelle, brevi brevi, in cui il quadrato scopre l'esistenza del regno a una dimensione, e la sfera della terza dimensione gli svela anche l'esistenza del mondo a dimensione zero, del punto che basta a sé stesso ed è tutto il mondo per sé stesso, e crede di godere della vera pienezza e felicità.
Mi è venuto subito in mente con forza This is Water di David Foster Wallace, chissà perché :) ....
… (altro)
1 vota
Segnalato
LdiBi | 181 altre recensioni | Oct 24, 2015 |

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