Boris Akunin

Il primo di una serie di gialli storici ambientati in Russia nella seconda metà dell' ottocento.
E' un romanzo un po' anomalo, che gioca a sovvertire le aspettative del lettore a cominciare dal protagonista, Fedorin, che non si conforma a nessuno stereotipo dei detective da romanzo: non è geniale ma non è neanche un sprovveduto che si imbatte nella verità per caso, non è una macchietta come Poirot e neanche un cinico indurito dalla vita come i protagonisti degli hard boiled: è giovane e come tutti i giovani è impulsivo, idealista e ogni tanto un po' ingenuo, ma compensa con un gran coraggio ed un ottimo intuito. Insomma sembra dotato di una personalità ben distinta che lo rende un personaggio tridimensionale e non solo uno strumento per portare avanti la trama. Anche con la trama d'altronde l'autore si è divertito a spiazzare i lettori, giocando col sottogenere di riferimento: dovrebbe essere un intrigo internazionale ma a volte calca così la mano da sfociare in parodia, altre volte invece amplifica la suspense infilandoci dentro due o tre cambi di prospettiva che funzionano a meraviglia. Il tono dell'opera è molto leggero, permeato da una velata ironia che ci fa vivere tutto con distacco, ma il finale dimostra una volta di più che niente è come sembra in questo libro.
Il risultato è un romanzo schizofrenico, che mi ha lasciato frastornata ma con la voglia di approfondire e continuare la lettura dei volumi successivi.… (altro)