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One of the major philosophical texts of the 20th century, Process and Reality is based on Alfred North Whitehead's influential lectures that he delivered at the University of Edinburgh in the 1920s on process philosophy. Whitehead's master work in philsophy, Process and Realitypropounds a system of speculative philosophy, known as process philosophy, in which the various elements of reality into a consistent relation to each other. It is also an exploration of some of the preeminent thinkers of the seventeenth and eighteenth centuries, such as Descartes, Newton, Locke, and Kant. The ultimate edition of Whitehead's magnum opus, Process and Reality is a standard reference for scholars of all backgrounds.… (altro)
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This course of lectures is designed as an essay in Speculative Philosophy. Its first task must be to define 'speculative philosophy,' and to defend it as a method productive of important knowledge.
Citazioni
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The safest general characterization of the European philosophical tradition is that it consists of a series of footnotes to Plato.
One of the major philosophical texts of the 20th century, Process and Reality is based on Alfred North Whitehead's influential lectures that he delivered at the University of Edinburgh in the 1920s on process philosophy. Whitehead's master work in philsophy, Process and Reality propounds a system of speculative philosophy, known as process philosophy, in which the various elements of reality into a consistent relation to each other. It is also an exploration of some of the preeminent thinkers of the seventeenth and eighteenth centuries, such as Descartes, Newton, Locke, and Kant. The ultimate edition of Whitehead's magnum opus, Process and Reality is a standard reference for scholars of all backgrounds.
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Descrizione del libro
Uno dei libri del XX secolo che ha maggiormente influito sul rapporto tra fede e scienza è senza dubbio Processo e realtà, opera matura di Alfred North Whitehead (1861-1947). Chi possiede una certa familiarità con l'abbondante bibliografia pubblicata negli ultimi anni nel campo dei rapporti fra scienza e religione, si renderà presto conto che una buona parte degli autori più citati in questo campo, al momento di inquadrare il dialogo fra questi due ambiti della conoscenza e dell'esperienza umana si ricollegano assai spesso al pensiero filosofico di Whitehead o alla sua formulazione più esplicitamente teologica, la Teologia del processo. Il sistema metafisico proposto da Whitehead nel 1929 è giudicato contenere delle virtualità particolarmente adatte alle esigenze di tale dialogo, almeno se rapportato alle categorie filosofico-teologiche della tradizione sostanzialista, tipiche, per esempio, di una certa formulazione scolastica.
Quale è dunque il tema del libro che qui ci occupa? Lo stesso Whitehead lo dichiara nelle prime pagine: uno sforzo speculativo per organizzare la realtà e descriverne le diverse percezioni ed esperienze; un tentativo dunque di "ordinare" o di stendere una mappa del reale, dove la scienza e gli altri saperi -la morale, l'estetica e la religione- possano trovare il loro posto. Si potrebbe forse definire il suo progetto una "teoria unificata della realtà", se questa espressione non possedesse oggi delle connotazioni più fisico-cosmologiche che non filosofiche. Consapevole dei dubbi e delle perplessità che un tale progetto poteva suscitare, egli volle difenderne la sua legittimità e pertinenza. All'inizio del libro definisce la sua "filosofia speculativa" come «il tentativo di formulare un sistema coerente, logico e necessario di idee generali nei termini in cui ogni elemento della nostra esperienza possa essere interpretato» (London - New York 1978, p. 3). Certamente si tratta di un progetto di grande respiro, che intende prendere in considerazione i nuovi apporti delle scienze e la maturazione della mentalità moderna. L'opera si muove tra la metafisica e l'epistemologia, forse consapevole dell'inevitabile moderna circolarità tra la dimensione oggettiva e soggettiva della realtà. E forse anche cosciente che nella nuova fisica i fenomeni reali non possono essere del tutto separati dai processi di osservazione che vogliono oggettivarli. Interi capitoli del libro sono dedicati alle sottigliezze della percezione e della conoscenza, al difficile rapporto che si stabilisce tra il soggetto che conosce e la realtà conosciuta, un rapporto che nelle nuove formulazioni, di cui Whitehead è interprete, ne sovverte la distinzione classica. (piopas)