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Im Schatten der Pineta: Ein Toskana-Krimi di…
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Im Schatten der Pineta: Ein Toskana-Krimi (originale 2007; edizione 2011)

di Marco Malvaldi (Autore), Monika Köpfer

Serie: Bar Lume (1)

UtentiRecensioniPopolaritàMedia votiCitazioni
2922191,318 (3.25)9
At the Bar Lume, in a small seaside town where everyone knows everyone else, barman Massimo and four old-timers pass the time, between hands of cards and shots of coffee, chatting, arguing and theorising about the murder of a young woman in their town. When her body is found stuffed in a bin, the girl's lifestyle has everyone thinking her death must have something to do with the world of drug trafficking and dangerous sex she inhabited. The group of old friends at the Bar Lume begin to pull the case apart, forcing barman Massimo into the role of amateur sleuth.… (altro)
Utente:FMeier
Titolo:Im Schatten der Pineta: Ein Toskana-Krimi
Autori:Marco Malvaldi (Autore)
Altri autori:Monika Köpfer
Info:Piper Verlag GmbH (2011), 192 Seiten
Collezioni:Weggegeben, Letti ma non posseduti
Voto:
Etichette:Nessuno

Informazioni sull'opera

La briscola in cinque di Marco Malvaldi (2007)

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La briscola in cinque vorrebbe essere un giallo, ma si ritrova ad essere un romanzetto pieno di macchiette prese in prestito dalla solita provincia italiana: pensionati spiaggiati in un bar, una cameriera pettoruta, un barista sagace, un commissario tardo ma borioso.

Dato che il delitto di una povera ragazza diventa il pretesto per parlare (e spettegolare) di un certo tipo di ambiente, neanche vi dico che non sembra ci sia di mezzo una morta. Il romanzo potrebbe parlare anche di un cane abbandonato lungo la strada o dell'ultimo libro di Fabio Volo: sarebbe lo stesso. Visto che, però, il pettegolezzo sguazza bene nei fatti di sangue, Marvaldi ha pensato bene di far ritrovare al barista sagace un cadavere in un cassonetto.

Nella prima metà del romanzo mi sono annoiata abbastanza, senza che neanche la parlata toscana riuscisse a risvegliarmi dal torpore. L'ultima parte è più coinvolgente, forse anche perché La briscola in cinque soffre un po' nell'essere il primo libro di una serie che deve introdurre i suoi personaggi.

Non so se leggerò altri libri di Marvaldi (o di questa serie): penso che, se non saprò cosa fare per qualche ora della mia vita, potrò anche provare Il gioco delle tre carte. ( )
  lasiepedimore | Sep 12, 2023 |
Le mie aspettative non erano poi così alte, eppure questo romanzo non è stato all'altezza.
Innanzitutto il giallo è veramente semplicistico: già dopo un terzo del libro avevo capito il colpevole, per esclusione; non sempre questo è un male se poi lo svolgimento tiene desto l'interesse, qui però non c'è la minima suspense: tre quarti del libro sono vicoli ciechi, finchè un'osservazione banale mette tutto nella giusta luce e la soluzione viene liquidata in due parole sbrigative nelle ultime pagine.
Riguardo il protagonista poi sono passata dall'indifferenza iniziale ad una cordiale antipatia nel finale, in un crescendo inesorabile. Suppongo che l'intento fosse di renderlo arguto e originale, ma io l'ho trovato snob e saccente.
Per fortuna i quattro vecchietti sono irresistibili e l'atmosfera scanzonata funziona, per cui scorre velocemente e la lettura non pesa; però nel complesso è di quei libri presto letti e presto dimenticati. ( )
  Lilirose_ | Feb 18, 2018 |
Divertentissimo e scritto veramente bene. Due ore di relax assicurate. ( )
  Angela.Me | Jun 10, 2017 |
Un’estate assolata, un paese della costa toscana, il cadavere di una ragazza. Massimo – uno con le sue belle fissazioni, peraltro – è il ‘barrista’ e proprietario di un locale non sul lungomare che non è convinto della piega che prendono le indagini e mette la propria attitudine logico-matematica al servizio della ricerca dell’assassino. Nell’impresa, viene aiutato da un coro greco composto da quattro vecchietti terribili – uno è suo nonno – che, avventori fissi, l’hanno tra l’altro iniziato alle delizie della briscola in cinque. Non sono uno che si appassiona a scoprire il colpevole prima della conclusione, ma qui chi ha ucciso appare evidente già a metà delle centosessanta pagine e, in più, almeno uno snodo che ne narra le azioni è parecchio forzato: se ne deduce, perciò, che, in questo gustoso esordio di Malvaldi datato 2007, l’ambientazione e il contorno valgano molto di più della storia gialla che viene raccontata. Il libro fila via che è un piacere sulle ali di un lieve accento toscano che si fa invece marcatissimo quando a parlare sono i quattro anziani, impegnati a commentare gli articoli di giornale, il mondo che gira intorno oppure a scambiarsi lazzi feroci fra loro o con Massimo. Del resto l’ironia, a volte pungente, fa capolino in moltissime pagine, tanto che spesso è impossibile non lasciarsi sfuggire una risata: a illustrate il tono complessivo riesce già il magistrale episodio iniziale, con il ritrovamento del cadavere collegato a una sbronza da ragazzini che trova la sua ragione nella noia di paese unita alla voglia di sentirsi grandi. Del resto, se è inevitabile che tra le vittime del sarcasmo finiscano senza scampo i turisti e, più di tutti, i fiorentini, lo sguardo di Malvaldi non è tenero con gli abitanti della sua immaginaria Pineta, dove gli adulti sono assenti e i giovani vanno alla ricerca di emozioni sintetiche o di corto respiro tra sesso, droga e neanche un po’ di rock ‘n’ roll. ( )
  catcarlo | Oct 8, 2014 |
Sopravvalutato!

Il giallo c'è, ma è un po' sbiadito.
Il commissario Fusco non si fa certo onore, sempre pronto ad arrestare il primo sospettato, ma non sa distinguere una Renault Clio da una Micra. In compenso è l'unico ad avere, in quanto dirigente, la sedia con le rotelle, utilizzata in sua assenza dagli agenti per fare le gare di velocità nel corridoio.
Ne consegue che il vero commissariato diventa il bar Lume, con i quattro compagni di briscola, più bravi a diffondere pettegolezzi, che a giocare a carte, e l'improbabile proprietario, forse più bravo a fare indagini che a servire cocktail ai clienti (specialmente nell'ora del suo pediluvio quotidiano).
Un libro che gira si e no intorno a 10 personaggi, con ambientazioni che si possono sintetizzare in un bar, in un commissaariato e in un cassonetto della spazzatura.
In sintesi questo è il contenuto del libro, che mi sembra essere sopravvalutato da giudizi fin troppo ottimistici.
Unico vero punto di forza è lo stile di scrittura, divertente e a tratti esilaranti, soprattutto per quanto riguarda la descrizione dei poliziotti e le gaffe del commissario.
Un libro leggero che può essere letto in vacanza, sotto l'ombrellone, da cui non ci si deve aspettare nient'altro.
( )
  st_bruno | Oct 1, 2013 |
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Incipit
Quando cominci a ciondolarti sulle gambe, quando ti accendi un'altra sigaretta per far passare altri cinque minuti anche se hai la gola che ti brucia e la bocca talmente impastata da credere di aver mangiato un copertone, così anche gli altri se ne accendono una e si sta lì ancora un po', insomma quando è così è veramente ora di andare a letto.
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At the Bar Lume, in a small seaside town where everyone knows everyone else, barman Massimo and four old-timers pass the time, between hands of cards and shots of coffee, chatting, arguing and theorising about the murder of a young woman in their town. When her body is found stuffed in a bin, the girl's lifestyle has everyone thinking her death must have something to do with the world of drug trafficking and dangerous sex she inhabited. The group of old friends at the Bar Lume begin to pull the case apart, forcing barman Massimo into the role of amateur sleuth.

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