Il Libano è stato devastato da quindici anni di guerra civile, le cui conseguenze si trascinano ancora oggi ma di cui colpevolmente noi occidentali sappiamo troppo poco (o almeno io). Questa graphic novel non ci aiuterà in tal senso, perchè non si propone di spiegare le ragioni del conflitto ma solo di offrire una piccola grande testimonianza su come era davvero la vita per chi ci è vissuto in mezzo.
E' il racconto di un giorno qualunque in una casa qualunque, di una "normalità anomala" in cui a certi riti quotidiani come il caffè e le chiacchiere tra vicini se ne affiancano altri diventati altrettanto familiari come il razionamento dell'acqua o i bombardamenti giornalieri. La paura è penetrata talmente a fondo nelle loro esistenze che ormai è diventata anch'essa la norma, tutti hanno subito lutti e perdite e tutti hanno imparato a conviverci. E' un mondo durissimo quello descritto all'autrice, ma lo tratteggia con grazia e anche con una certa dose di ironia; è chiarissima l'ispirazione a Persepolis della Satrapi (forse perfino troppo) sia nei toni che nelle illustrazioni, tutte sui toni del bianco e del nero e molto ispirate alla calligrafia araba.
Un fumetto adatto anche ai più giovani, che racconta solo un frammento di una storia molto più vasta e complessa ma che non manca di profondità. ( )