Secondo volume della saga di Blackwater, in cui ho riscontrato lo stesso problema del primo: c'è poco mordente, di cose ne succedono ma non vengono mai raccontate in modo da appassionare il lettore; è come se ci fosse una barriera tra noi ed i personaggi che ci impedisce di empatizzare con loro e ci fa vivere tutto con distacco. Non è solo un problema di scrittura ma anche strutturale perché manca il climax, quel qualcosa a cui dovrebbero tendere le vicende narrate e che dovrebbe lasciarci la voglia di proseguire coi volumi successivi: qui invece il libro si interrompe bruscamente lasciandoci solo confusi e vagamente frustrati. Capisco che sia solo il secondo di sei romanzi ma un po' di ritmo e vivacità in più non guasterebbero.
Per fortuna del precedente mantiene anche i pregi quindi ritroviamo protagonisti tratteggiati con cura, spunti di trama originali (sperando che prima o poi vengano affrontati e non solo accennati) ed uno stile scorrevole.
Ho poco altro da aggiungere perché come ho spiegato sopra non è un libro che lascia il segno: vedremo i prossimi. ( )