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One morning in 1961, the residents of East Berlin found themselves cut off from family, friends and jobs in the West by a tangle of barbed wire that ruthlessly cut a city of four million in two. Within days the barbed wire became a 103-mile-long wall guarded by three hundred watchtowers. A physical manifestation of the Cold War that would stand for nearly thirty years, the Berlin Wall was the fault line between East and West on which rested the fate of all humanity. Historian Taylor weaves together official history, archival materials and personal accounts to tell the complete story of the Wall's rise and fall, from the postwar political tensions that created a divided Berlin to the internal and external pressures that led to the Wall's demise. He also explores the geopolitical ramifications, as well as the impact the Wall had on ordinary lives, still felt today.--From publisher description.… (altro)
Una cicatrice che deturpa la coscienza europea o uno dei più importanti simboli della nostra cultura? Un obbrobrio da distruggere e dimenticare o un'opera architettonica tra le più importanti della nostra epoca? Oggi il problema del muro di Berlino riemerge come il centro del dibattito sui rapporti tra Est e Ovest, sul concetto di Europa e sulle responsabilità del socialismo e del capitalismo. Alto mediamente quattro metri, lungo quarantacinque chilometri in città e cento in campagna, il muro è e resta il monumento alle grandi speranze trasformatesi in tragedia, alle idee di libertà degenerate in vincoli di prigionia. Eretto in una sola notte, nell'agosto del 1961, fu voluto da Krusciov proprio sul finire della guerra fredda; ai suoi piedi Kennedy pronunciò la frase che fece commuovere milioni di tedeschi: « Ich bin ein Berliner », io sono un berlinese. Oggi che il dialogo fra Est e Ovest riprende su binari del tutto nuovi, il simbolo di quella lacerazione drammatica suscita l' interesse di architetti e operatori culturali: non solo lo si vuole conservare, ma se ne vuoi fare un museo, anzi un grande archivio dell'arte della politica e della scienza dei nostri tempi, scavando una sorta di grande canyon tra muro esterno e muro interno, sgombrandolo dalle postazioni dei Vopos, abbattendo le sbarre tra le due Berlino. ( )
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« Les autorités gouvernementales et militaires de la République Fédérale allemande, en usant de la tromperie, du chantage et de la corruption, incitent certains éléments installés en RDA à partir pour l’Allemagne de l’Ouest... les États membres du pacte de Varsovie ne peuvent pas ne pas prendre les mesures nécessaires pour assurer leur sécurité et, en premier lieu, la sécurité de la République Démocratique allemande, et cela dans l’intérêt du peuple allemand lui-même. » — Déclaration des membres du Pacte de Varsovie, publiée à 1h 11 du matin, le samedi 13 août 1961, alors que les premiers barbelés étaient mis en place le long de la frontière entre Berlin-Est et Berlin-Ouest
« Tout l’automne, raclements et secousses d’une guerre nucléaire ; nous avons parlé de notre extinction à la mort. » Robert Lowell, Fall 1961<>/i
Ce qui résultait le plus souvent, dit Austerlitz, du recours à des mesures de fortification, marquées en général par une tendance à la paranoïa, c’est que vous attiriez l’attention sur votre point le plus faibleb W. G. Sebald, Austerlitz
« Alors... ils ont construit le Mur pour empêcher les gens de fiche le camp, et maintenant ils le démolissent pour empêcher les gens de fiche le camp. Vous parlez d’une logique ! » Un consommateur anonyme dans un bar de Berlin-Est, juste après la chute du Mur, novembre 1989
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(Et le mur tomba)
[...]. Et, inévitablement, d'une de spires gueules de bois. Mais ça, c'est une autre histoire
[...]. Lorsqu'on se promène ainsi, et que le soleil brille, on arrive parfois à se convaincre qu'Hitler n'a jamais existé, qu'Auschwitz n'était que le nom allemand d'un obscur village polonais, et que le mur de Berlin ne fut qu'une création imaginaire.
[...]. Ce livre est dédié à mon père, mais comme toujours, a été achevé en grande partie grâce à la patience et à la considérations étonnantes dont ma femme, Alice Kavounas Taylor, continue de faire preuve face à mes longues heures de labeur et à mes états d'âme d'auteur.
One morning in 1961, the residents of East Berlin found themselves cut off from family, friends and jobs in the West by a tangle of barbed wire that ruthlessly cut a city of four million in two. Within days the barbed wire became a 103-mile-long wall guarded by three hundred watchtowers. A physical manifestation of the Cold War that would stand for nearly thirty years, the Berlin Wall was the fault line between East and West on which rested the fate of all humanity. Historian Taylor weaves together official history, archival materials and personal accounts to tell the complete story of the Wall's rise and fall, from the postwar political tensions that created a divided Berlin to the internal and external pressures that led to the Wall's demise. He also explores the geopolitical ramifications, as well as the impact the Wall had on ordinary lives, still felt today.--From publisher description.
Un obbrobrio da distruggere e dimenticare o un'opera architettonica tra le più importanti della nostra epoca?
Oggi il problema del muro di Berlino riemerge come il centro del dibattito sui rapporti tra Est e Ovest, sul concetto di Europa e sulle responsabilità del socialismo e del capitalismo. Alto mediamente quattro metri, lungo quarantacinque chilometri in città e cento in campagna, il muro è e resta il monumento alle grandi speranze trasformatesi in tragedia, alle idee di libertà degenerate in vincoli di prigionia. Eretto in una sola notte, nell'agosto del 1961, fu voluto da Krusciov proprio sul finire della guerra fredda; ai suoi piedi Kennedy pronunciò la frase che fece commuovere milioni di tedeschi: « Ich bin ein Berliner », io sono un berlinese. Oggi che il dialogo fra Est e Ovest riprende su binari del tutto nuovi, il simbolo di quella lacerazione drammatica suscita l' interesse di architetti e operatori culturali: non solo lo si vuole conservare, ma se ne vuoi fare un museo, anzi un grande archivio dell'arte della politica e della scienza dei nostri tempi, scavando una sorta di grande canyon tra muro esterno e muro interno, sgombrandolo dalle postazioni dei Vopos, abbattendo le sbarre tra le due Berlino. ( )