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Sto caricando le informazioni... The Girls (edizione 2016)di Emma Cline (Autore)
Informazioni sull'operaLe ragazze di Emma Cline
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The Girls works a well-tapped vein in literary fiction: the queasy exploration of how young women with crippled egos can become accessories to their own degradation. Joyce Carol Oates and Mary Gaitskill are masters of this theme. Cline’s contribution is a heady evocation of the boredom and isolation of adolescence in pre-internet suburbia, in houses deserted by their restless, doubt-stricken adult proprietors where “the air was candied with silence.” The novel is heavy with figurative language; Cline has a telling fondness for the word “humid.” Not all of this comes off effectively (Evie’s mom makes Chinese ribs that “had a glandular sheen, like a lacquer”), but most of it does (Evie, dazzled by her father’s girlfriend, thinks she has a life “like a TV show about summer.”) Appartiene alle Collane EditorialiOtavan kirjasto (258) Premi e riconoscimentiMenzioniElenchi di rilievo
Northern California, during the violent end of the 1960s. At the start of summer, a lonely and thoughtful teenager, Evie Boyd, sees a group of girls in the park, and is immediately caught by their freedom, their careless dress, their dangerous aura of abandon. Soon, Evie is in thrall to Suzanne, a mesmerizing older girl, and is drawn into the circle of a soon-to-be infamous cult and the man who is its charismatic leader. Hidden in the hills, their sprawling ranch is eerie and run down, but to Evie, it is exotic, thrilling, charged -- a place where she feels desperate to be accepted. As she spends more time away from her mother and the rhythms of her daily life, and as her obsession with Suzanne intensifies, Evie does not realize she is coming closer and closer to unthinkable violence. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)813.6Literature English (North America) American fiction 21st CenturyClassificazione LCVotoMedia:
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All'inizio pensavo fosse per lo stile: tutto quel melodramma, quella purple prose che sembra promettere chissà quali profondità e che invece è solo vuota di certo non depongono in favore de Le ragazze. Eppure lo stile non è un motivo sufficiente a renderlo insoddisfacente: alla fine sotto quei giri di parole ci sono concetti interessanti e, parlando di adolescenza, un certo grado di retorica può essere confacente al tema.
Poi ho pensato che la colpa fosse imputabile allo scarso carisma dei personaggi, soprattutto Russell e Suzanne, che ci aspetteremmo essere molto affascinanti per irretire nuove giovani persone nella loro cerchia e per indurle a fare qualsiasi cosa, non importa quanto immorale. Di sicuro la storia ne avrebbe tratto giovamento, visto dire che qualcuno è carismatico non è la stessa cosa che mostrarlo: l'impatto sulla mente del lettore, nel secondo caso, è decisamente maggiore.
In realtà, quello che rende il romanzo insoddisfacente è il suo mancare l'obiettivo, che non è mostrare il disperato bisogno di un'adolescente di far parte di un gruppo, ma dimostrare quanto possa essere devastante insegnare alle ragazze a compiacere i ragazzi in modo che questi si accorgano di loro e possano dar loro quel posto nel mondo che credono essere incapaci di trovare da sole.
Ho apprezzato tantissimo che Cline ci mostrasse come questa "competizione" per gli uomini (e i ragazzi) crei gelosie e invidie che spaccano qualunque rapporto tra le donne (e le ragazze) di questo romanzo, lasciandole sole e a rischio di perdere se stesse in rapporti squilibrati (che magari sembrano un sogni idilliaci, ma ben presto si rivelano realtà crudeli).
Peccato che alla fine questo importante tema portante venga lasciato a se stesso: Cline ci lancia indizi e riflessioni in proposito lungo tutto il romanzo, ma si dimentica di farli convergere, di unire i puntini per consegnarci la denuncia di un sistema educativo che sa solo consegnarci padroni incapaci di accettare qualunque rifiuto e serve pronte a tutto per non perdere i favori del loro despota. ( )