Un racconto breve dai protagonisti del tutto negativi, dai bassi istinti e dagli appetiti grossolani. Un racconto pieno di così tanta rabbia e di così tanto risentimento da non dare ai personaggi nessuno spessore e da farli apparire solo grotteschi.

Al centro del racconto ci sono la madre e la figlia.

La madre, arricchitasi tardi, vuole godersi la bella vita (che comprende trovarsi un amante) finché è ancora abbastanza giovane per poterlo fare. La vediamo girare per casa come un'ossessa e dare ordini ai servitori con la follia di chi vorrebbe avere tutto sotto controllo senza avere idea di come fare. E infatti, i servitori si fanno beffe di lei e della sua mania.

Ma soprattutto la vediamo scagliarsi contro la figlia adolescente, la vera minaccia al suo voler vivere la vita. Sa che se entrasse in scena tutti gli occhi sarebbero per lei.

E anche Antoinette, la figlia, lo sa. E vorrebbe che fosse così. Così vediamo i suoi pensieri scagliarsi contro i genitori con una rabbia estrema che i benpensanti vorrebbero non essere mai rivolta a mamma e papà. La rabbia cresce fino a diventare vendetta e la vedetta matura presto in freddo calcolo. E a quel punto la figlia è pronta per prendere il posto della madre. ( )

Un racconto breve ma fulminante, che mette alla berlina la borghesia frivola e faccendiera affermatasi fra le due guerre. Ogni piccola meschinità, ogni sciocca vanteria passa sotto la penna implacabile della Nemirovsky ed i coniugi Kampf ci appaiono come una perfetta rappresentazione di quel vuoto di ideali che è stato poi terreno fertile per i totalitarismi.
Oltre alla sferzante critica sociale c'è anche una dimensione più personale, rappresentata dal conflitto tra Rosine e Antoinette: madre e figlia che si rispecchiano l'una nell'altra, ma invece di trovarvi amore e comprensione reciproca trovano astio e rivalità; in fin dei conti la piccola si rivelerà fatta della stessa pasta dei suoi genitori quando assisterà impassibile alla totale umiliazione della mamma, egoista come solo gli adolecenti sanno essere.
Lo stile è asciutto ma penetrante, fatto più che altro di dialoghi da cui emergono chiaramente i caratteri dei personaggi.
Per i miei gusti troppo breve per essere indimenticabile, ma estremamente godibile. ( )

Ho scelto questo libricino, racconto corto di Irene Nemirovsky per farmi un'idea di questa scrittrice e ne sono rimasta entusiasta. Mi ha incuriosita e sicuramente leggerò altro..
"Il ballo" è la rivincita di Antoinette, ragazzina di 14 anni sulla madre. Una madre accecata dal denaro e dalla scalata sociale, tanto da insultare e calpestare la dignità di sua figlia...
Tra queste pagine si intravede, si delinea il rapporto conflittuale che la Nemirovky ha con la madre, quasi autobiografico.. ( )

I Kampf, famiglia ebrea arricchita grazie ad un colpo fortunato/azzeccato in Borsa, decidono di dare sfoggio della loro nuova situazione economica-sociale dando un ballo. La figlia Antoinette, per vendicarsi dei genitori (ma soprattutto della madre) che la prendono poco in considerazione (e quando lo fanno la trattano in maniera pessima), decide di gettare tutti gli inviti nella Senna.
Giusta punizione verso l'insopportabile signora Kampf!Ben le sta!:) ( )