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Sto caricando le informazioni... Ready Player One (originale 2011; edizione 2011)di Ernest Cline (Autore)
Informazioni sull'operaReady Player One di Ernest Cline (2011)
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La premessa necessaria per parlare di questo libro è che non si tratta di un'opera letteraria, ma più che altro di un'operazione di marketing ben riuscita. Ha anche il suo target di pubblico mirato: i nerd e i nostalgici degli anni '80 (oggi ultratrentenni o quarantenni). Questi ultimi in particolare si sentiranno esaltati nel prendere in mano un libro che li riporterà ai tempi della loro giovinezza: in quale altro romanzo il protagonista può rivivere le scene di Blade Runner e Wargames, rigiocare il mitico Zork o addirittura impersonare Ultraman, il tutto con una colonna sonora di quel periodo? La struttura stessa dell'opera è un mix tra un videogioco, un fumetto e un film di fantascienza, sempre rigorosamente in stile anni '80. Quindi se siete giovani nerd amanti dell'avventura, o se giovani lo siete stati negli anni '80, non lasciatevi scappare questo libro. Per tutti gli altri il discorso cambia. Tolto l'effetto nostalgia quello che resta è un romanzo piuttosto superficiale, con una trama scontata e personaggi bidimensionali. Anche i dialoghi sono stereotipati, ed i vari "messaggi positivi" sono spiattellati in modo un po' troppo didascalico (l'amore e l'amicizia superano tutti gli ostacoli, non arrendersi mai, la vita virtuale non sostuirà mai la realtà e altre originalità del genere). Un punto a favore è invece lo stile di scrittura: benchè a volte ci vada giù pesante con le digressioni sulla cultura anni '80 il libro è molto scorrevole, si arriva alla fine in un baleno e senza fatica. Io, che non sono un' adolescente e gli anni '80 li ho vissuti solo in piccolissima parte, sono però abbastanza nerd per riuscire ad apprezzare gli intenti e l'atmosfera del romanzo, pur non rimanendo cieca di fronte ai suoi difetti. Mi sono divertita nel leggerlo, ma probabilmente fra una settimana lo avrò dimenticato.
Ready Player One borrows liberally from the same Joseph Campbell plot requirements as all the beloved franchises it references, but in such a loving, deferential way that it becomes endearing. There’s a high learning curve to all of the little details Wade throws out about the world, and for anyone who doesn’t understand or love the same sect of pop culture Halliday enjoyed, Ready Player One is a tough read. But for readers in line with Cline’s obsessions, this is a guaranteed pleasure. "Cline is an ingenious conjurer talented at translating high concept into compelling storytelling." The breadth and cleverness of Mr. Cline’s imagination gets this daydream pretty far. But there comes a point when it’s clear that Wade lacks at least one dimension, and that gaming has overwhelmed everything else about this book. "Video-game players embrace the quest of a lifetime in a virtual world; screenwriter Cline’s first novel is old wine in new bottles. " Appartiene alle SerieReady Player One (1) Appartiene alle Collane EditorialiFischer Taschenbuch (70242) Ha l'adattamentoHa ispiratoHa come guida per lo studentePremi e riconoscimentiMenzioniElenchi di rilievo
"In the year 2044, reality is an ugly place. The only time teenage Wade Watts really feels alive is when he's jacked into the virtual utopia known as the Oasis. Wade's devoted his life to studying the puzzles hidden within this world's digital confines -- puzzles that are based on their creator's obsession with the pop culture of decades past and that promise massive power and fortune to whoever can unlock them. But when Wade stumbles upon the first clue, he finds himself beset by players willing to kill to take this ultimate prize. The race is on, and if Wade's going to survive, he'll have to win -- and confront the real world he's always been so desperate to escape"--Page 2 of cover. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)813.6Literature English (North America) American fiction 21st CenturyClassificazione LCVotoMedia:
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Io Wade lo capisco proprio: la sua vita reale è uno schifo, da sempre. Abita un mondo in disfacimento e non ha alcun potere per cambiare le cose, ma ha a disposizione un mondo digitale in cui – potenzialmente – ha infinite possibilità. Vorremmo tuttз passarci il nostro tempo, soprattutto se significasse poter andare a scuola e farsi dellз amicз, che il fatto di conoscere tramite avatar non rende meno preziosз. Che importa conoscere l’aspetto fisico o anche il genere di una persona quando si condivide una passione e una parte di vita?
Penso sia questo l’elemento che ci avvicina così tanto al mondo di Ready Player One: almeno per quanto mi riguarda, non ho vissuto in prima persona la cultura videoludica, cinematografica e musicale negli anni Ottanta e non sono stata quindi in grado di cogliere ogni citazione, ma l’idea che il videogioco e la realtà virtuale non siano solo pura illusione, ma abbiano dei legami con la realtà materiale e possano anche influenzarla mi sembra decisamente familiare.
In barba a chi pensa ancora che i videogiochi siano strumenti atti a rincoglionire la gente (un’idea che pare uscita da uno spin-off della teoria del complotto del piano Kalergi), i vantaggi e i pericoli di OASIS sono ormai pane quotidiano e questo mondo cyberpunk parla molto del nostro. È vero che un videogioco come OASIS è ancora fantascienza, ma siamo comunque qui a barcamenarci su come fare a vivere al meglio con un piede nella realtà e uno nel cyberspazio.
Ready Player One con un’adrenalinica caccia al tesoro videoludica contro una potentissima multinazionale cattiva riesce a parlare di questa (relativamente) nuova cosa che è il cyberspazio, che ancora non sappiamo bene maneggiare, figuriamoci se parliamo addirittura di realtà virtuale (si potrebbe obiettare che anche la realtà materiale ci dà ancora del filo da torcere, ma facciamo finta di nulla). ( )