Fai clic su di un'immagine per andare a Google Ricerca Libri.
Sto caricando le informazioni... La porta (Az ajtó). (1987)di Magda Szabó, Jordi Giné de Lasa (Traduttore), Imola Nikolett Szabó (Traduttore)
Informazioni sull'operaLa porta di Magda Szabó (1987)
Sto caricando le informazioni...
Iscriviti per consentire a LibraryThing di scoprire se ti piacerà questo libro. Attualmente non vi sono conversazioni su questo libro. Due donne, Magda e Emerenc, che più diverse non potrebbero essere. Due mondi che si incontrano, che si conoscono ma che poi inevitabilmente si scontreranno. Due realtà diverse, due interpretazioni della vita, ma soprattutto due passati totalmente diversi. Questa donna ha atteggiamenti che all'inizio possono sembrare rudi e duri, ma che solo piano piano ci rivelerà il suo grande amore per gli altri e il suo altruismo.. Grande lavoratrice, silenziosa, instancabile, umile, riservata, intransigente, fiera.. Non voglio raccontare la trama, ma soffermarmi e fare qualche riflessione sulla vita di Emerenc. Ho appena finito il libro e mi ha lasciato addosso una tristezza, tristezza lieve che mi ha accompagnato quasi per tutto il libro. Mi sono chiesta cosa ha dovuto passare questa donna per richiudersi cosi in se stessa e annullarsi? All'inizio del libro viene raccontato cosa Emerenc, da ragazzina, abbia dovuto vedere, poi ci viene descritto cosa subisce quando anni dopo torna a casa dal padre, con una figlia illegittima, non voluta da tutti.. Questa donna si è ritrovata da sola e per "non morire dentro" ha fatto una sola cosa, si è annullata, ha messo su una corazza, ha innalzato un muro, in questo caso "una porta" tra lei e il resto del mondo. Dietro quella "porta" c'era il suo nido, dove si sentiva protetta e se stessa, e ha fatto in modo o per lo meno ha cercato in tutti i modi di salvaguardare non facendo mai entrare nessuno, per non dover soffrire mai più nella sua vita.... Poi ha conosciuto Magda e quella porta...... Emerenc prima si detesta e poi si ama. Questo è quello che ho letto io, tra le righe di questo libro diverso, insolito ma stupendo.. Bello, ma profondamente doloroso. Doloroso perchè se c'è una cosa che fa male è vedere la malattia e con essa il decadimento fisico privare una persona della dignità umana, e accorgersi che la consapevolezza che la persona ha di tutto questo la porta a lasciarsi andare e smettere di combattere. E quanto più la persona era forte, integra ed orgogliosa, ma soprattutto punto di riferimento per quanti aveva intorno, tanto più tutto questo diventa doloroso, perchè vi si aggiunge una sorta di delusione. Io ho visto lo sguardo di Emerenc. L'ho visto negli occhi di mia madre e poi ancora in quelli di mio padre. Ritrovarlo in questo libro è stato veramente, profondamente doloroso. Avere la capacità di mettere da parte l'orgoglio e di mostrare a chi ti è vicino i propri limiti e le proprie debolezze, cercare negli altri la "compassione", non è egoismo ma umiltà e amore.
"Den fortjener å bli en bestselger." "... en sjelden velskrevet, morsom og rørende bok ... "Døren" skal du lese fordi du fortjener det." "... et av de mest underfundige portrett jeg noensinne har lest." "Døren" er den type roman du ikke er ferdig med etter endt lesning ... noe av hemmeligheten ved at "Døren" griper så uimotståelig, er at den gjennomføres med konsekvens, uten sentimentalitet. Resten er det uhåndgripelige som kjennetegner all stor kunst." "Døren" er en roman der leseren rives med fra første side. Den er et fascinerende portrett av to kvinner - historiens forteller, en forfatter, og den eldre uforglemmelige hushjelpen Emerenc, som har jobbet for henne i nærmere tjue år. Den ene lever nesten bare gjennom ordene, den andre kan knapt nok lese. Likevel knyttes de nærmere sammen enn noen av dem kunne ane. For Emerenc gir alt, enten det dreier seg om å redde en jøde, en tysker, en tyv eller en hjemløs katt. Hun tviler aldri et sekund. Men det er én ting hun ikke deler. Hun slipper aldri noen innenfor døren til sitt hjem. Appartiene alle Collane EditorialiPremi e riconoscimentiMenzioniElenchi di rilievo
"The Door is an unsettling exploration of the relationship between two very different women. Magda is a writer, educated, married to an academic, public-spirited, with an on-again-off-again relationship with Hungary's Communist authorities. Emerence is a peasant, illiterate, impassive, abrupt, seemingly ageless. She lives alone in a house that no one else may enter, not even her closest relatives. She is Magda's housekeeper and she has taken control over Magda's household, becoming indispensable to her. And Emerence, in her way, has come to depend on Magda. They share a kind of love--at least until Magda's long-sought success as a writer leads to a devastating revelation. Len Rix's prizewinning translation of The Door at last makes it possible for American readers to appreciate the masterwork of a major modern European writer"-- Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
Discussioni correntiNessunoCopertine popolari
Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)894.51133Literature Literature of other languages Altaic, Finno-Ugric, Uralic and Dravidian languages Fenno-Ugric languages Ugric languages Hungarian Hungarian fiction 1900–2000Classificazione LCVotoMedia:
Sei tu?Diventa un autore di LibraryThing. |
Un po’ tutto questo e altro ancora, in realtà: Szabó è un’autrice che può permettersi di parlare di mille temi senza essere mai superficiale. Ma nessuno di questi temi è il fulcro del romanzo, il significato di quella porta che ha dato il titolo al libro. C’è, infatti, una porta chiusa in questa storia, una porta che Emerenc difende con le unghie e con i denti e che ha dato vita a un’infinità di speculazioni da parte del suo vicinato, che vorrebbe tanto sapere cosa si nasconde là dietro.
Ma quella porta rimarrà saldamente chiusa, almeno fino a quando Emerenc non incontra la narratrice, che reputa la persona giusta alla quale affidare il suo segreto, quella vulnerabilità che ritiene inaccettabile mostrare allз altrз, da donna granitica e incrollabile quale è. Sembrerebbe una storia deliziosa dell’incontro di due persone capace di alleviare un passato doloroso, ma non è così.
La narratrice, infatti, non riesce a capire fin da subito la vulnerabilità di Emerenc: perché non basta sapere ascoltare lз altrз, bisogna anche rispettare i loro limiti e le loro convinzioni, per quanto bizzarre e ci possano sembrare. La narratrice non segue il desiderio di Emerenc, ma quello che secondo lei è la cosa giusta da fare: non sappiamo se è per evitare che le rimorda la coscienza o se è il modo in cui avrebbe voluto si intervenisse se al posto di Emerenc ci fosse stata lei. Fatto sta che la sua decisione segna il precipitare degli eventi e anche se il suo errore può essere considerato umano e suscitare la nostra comprensione, perché riconosciamo il passo falso e l’errore irrimediabile che può capitare a chiunque di noi, è stato davvero difficile non avercela con lei.
Questo perché La porta è anche un romanzo su due etiche diverse, due visioni del mondo che si incontrano e si scontrano e, sebbene nel finale non posso fare a meno di propendere per il punto di vista di Emerenc, riconosco che entrambe le donne avrebbero tratto giovamento dal non rimanere rigide nelle proprie convinzioni. E forse è proprio questo il punto: imparare a non essere lǝ tirannǝ di nessunǝ, in modo da rendere improbabile che lз tirannз finiscano in posizioni di potere e schiaccino interi gruppi di persone. ( )