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... se il senso della realtà esiste, e nessuno può mettere in dubbio che la sua esistenza sia giustificata, allora ci dev'essere anche qualcosa che chiameremo senso della possibilità. Chi lo possiede non dice, ad esempio: qui è accaduto questo o quello, accadrà, deve accadere; ma immagina: qui potrebbe, o dovrebbe accadere la tale o tal altra cosa; e se gli si dichiara che una cosa è com'è, egli pensa: be', probabilmente potrebbe anche essere diversa. Cosicché il senso della possibilità si potrebbe anche definire come la capacità di pensare tutto quello che potrebbe egualmente essere, e di non dare magiore importanza a quello che è, che a quello che non è.
ROBERT MUSIL, L'uomo senza qualità.
Se ci immaginiamo i lenti movimenti del camaleonte ancor più rallentati e, al contrario, i lenti movimenti prensili delle liane molto accelerate, scompare notevolmente per l'osservatore, mediante queste due procedure, la differenza tra i movimenti animali e i fenomeni di crescita delle piante.
ERNST MACHErkenntnis und Irrtum.
Dedica
Incipit
La questione della connessione tra i moduli del sapere scientifico e le forme della vita umana ha a che fare con paradigmi differenti e alternativi di interpretazione.
Citazioni
Questo scritto non ha un tema storiografico specifico e privilegiato, anche se la discussione dei problemi filosofici e epistemologici che esso affronta si svolge quasi esclusivamente attraverso un repertorio di episodi della storia della filosofia, della scienza naturale e della logica. Il lettore vi dovrebbe passare come attraverso un album di illustrazioni, o come se guardasse un paesaggio in movimento. Egli dovrebbe trarre l'impressione che la formazione del sapere scientifico e filosofico non è una progrressione lineare e cumulativa di tecniche conoscitive. Che esso non simiglia ad un patrimonio e non si edifica come un patrimonio, ma è piuttosto una raccolta di strumenti, di abiti concettuali, di modelli comportamentali, di condotte operative, di tecniche decisionali che sorgono dalle forme di vita degli uomini, come loro estensione.
Il discorso scientifico è sprovvisto di fondamenti garantiti che possano preservarlo da qualsiasi minaccia di contraddizioni e paradossi, non già perché sia concettualmente infondato, ma perché è la manifestazione di un operare umano che è esso stesso infondato; perché alla fine di ogni ricerca si arriva al punto in cui si deve dire: facciamo così e basta.
Il «fondamento», l'«essenza», i «principî basici» non soddisfano funzioni cognitive, ma assolvono a diffferenti scopi che concernono le istituzioni sociali e culturali che disciplinano la nostra vita. Anziché istanze conoscitive, questi costrutti concettuali hanno rappresentato e tuttora rappresentano rituali epistemologici destinati a preservare l'assetto di irrevocabilità che è stato accordato a valori di un certo tipo, e a limitare l'uso spregiudicato della comunicazione.
È un fatto che gli uomini hanno prodotto assai più cose di quanto siano propensi ad ammettere; ma ciò che essi hanno eretto nella forma di costruzioni concettuali elevate e sublimi, come se fossero separate dal caso e dal disordine, corrisponde ad un uso che essi hanno fatto della propria vita.
Ultime parole
L'operazione costruttiva che connette i termini entro la forma di un disciplinamento proprio di certo tipo di condatta rappresenta ciò che si definisce una prova. In altri termini, l'intera prassi di una forma di vita umana costituisce ciò che chiamiamo una prova.